Coronavirus, ripartire con Dio al centro. Una lezione anche per la politica

Dopo mesi complicati e difficili, siamo ora al momento della ripartenza dalla quarantena del coronavirus. 

Papa Francesco Gesù

Di questi mesi, molti di noi porteranno addosso per un po’ di tempo i segni della paura, e del dolore per la perdita di tante persone care che ci hanno lasciato a causa della pandemia. Ci vorrà un po’ per tornare alla normalità, sperando che non si verifichino nuovi focolai.

Come ha detto il Papa: peggio della crisi c’è solo il suo spreco

Ci siamo arrabbiati in queste settimane, eppure siamo anche diventati più vulnerabili, più deboli, di fronte a un virus spesso incomprensibile. L’occasione che abbiamo tra le mani, unica, è quella di non fare in modo che questo tempo sia passato invano.

Come detto da Papa Francesco, “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. Bisognerà perciò chiederci, e capire, cosa questi mesi ci hanno lasciato, se veramente abbiamo ricevuto una lezione di vita, un’insegnamento per diventare migliori.

Santissimo Nome di Gesù

Coronavirus, non si può fare finta che non sia successo nulla

Pensare che sia stato solo un brutto sogno, che il peggio è passato, che ora dobbiamo guardare avanti facendo finta di nulla, come a voler dimenticare quanto accaduto, è forse il peggiore errore che ci può capitare di fare. Perché non servirebbe a nulla, non porterebbe alcun frutto buono. Ma ci porterebbe a dove eravamo prima, con tutti i nostri limiti e manchevolezze.

Come fare allora per fare in modo che la tragedia che abbiamo affrontato possa renderci migliori? Bisogna perciò dare un senso a quanto abbiamo vissuto. E nessuno può farlo per noi. Siamo chiamati a decidere, a fare una scelta che incida nella nostra vita e nella nosra interiorità. Siamo chiamati a vivere con Gesù, nella radicalità del dramma, nella rinascita a vita nuova dal dolore del mondo.

Speranza e responsabilità, parole per la ripartenza dal coronavirus

Serve quindi ritornare alla capacità di sperare in un mondo più giusto e bello. E serve, da parte di chi si trova in posizioni di governo della comunità pubblica, maggiore responsabilità.

Papa Francesco - Gesù

Di fronte alle tante mancanze della nostra società, come le carenze nella sanità pubblica o nell’istruzione, la mancanza di cura verso i più deboli e fragili, l’incapacità e la mancanza di volontà nel mettere al centro la famiglie e le difficoltà che si vivono con i figli, c’è bisogno di uno scatto deciso in avanti.

Il bisogno di moralità pubblica e di tornare ai valori cristiani

Serve una classe dirigente all’altezza del proprio ruolo, politici capaci di affrontare la complessità della società non perdendo mai di vista la moralità, che metta al centro l’uomo, la persona, nella sua totalità. Fatta di bellezze, verità, giustizia.

C’è un disperato bisogno che la società nel suo insieme affronti le maggiori difficoltà del nostro tempo, quelle legate al garantire una dignità a ogni cittadino mettendo al centro la verità inscritta nella sua natura umana e nel suo cuore sempre teso all’alto, al cielo. Là dove il Signore ci aspetta in ogni momento per accompagnarci nella Sua strada fatta di luce e santità.

Belgio eutanasia
Belgio, il caso dei Fratelli della Carità (photo websource)

La chiamata universale del Signore ad ogni cittadino

Una chiamata universale a cui ogni cittadino ha diritto di rispondere, e che i cristiani hanno la fortuna di poter vivere costantemente nella partecipazione alla celebrazione eucaristica e alla vita comunitaria della parrocchia o dei vari gruppi e movimenti.

Se infatti esistono tanti politici o funzionari onesti che compiono bene il loro dovere, ce ne sono altrettanti che portano avanti il loro ruolo finendo nei compromessi, nella corruzione, nella mancanza di cura per il prossimo. Lo scandalo delle Rsa mette al centro quest’ultima problematica.

La lezione del coronavirus per la politica

Perciò uno degli insegnamenti di cui fare tesoro a partire da questo periodo di dolore e difficoltà riguarderà la moralità della vita pubblica e dell’amministrazione della comunità. Per ritrovare uno slancio ideale che innesti la nostra società di uno sguardo comune ampio, che guardi all’orizzonte della vita umana piuttosto che ripiegarsi sull’attualità e sull’arrendevolezza alle tentazioni più bieche.

povertà
photo web source: agensir.it

Non servono polemiche, ma la voglia di camminare insieme senza però lasciare il fianco agli aspetti più negativi della nostra società. Pensiamo alle difficoltà degli anziani e dei più piccoli, alla sanità e alla scuola, al bisogno di dare importanza alla centralità della famiglia nel progetto umano voluto dal Signore, piuttosto che al mercato che ci rende schiavi al servizio del dio denaro.

Le nuove piaghe della nostra società

Che non ha remore nel fare finire una vita considerata improduttiva o a mettere in pratica una compravendita di esseri umani, soltanto con la giustificazione dei propri desideri o delle leggi dell’economia, dove il più forte sottomette il più debole.

Parliamo di eutanasia, aborto, utero in affitto, sessualità sregolata, tratta degli esseri umani, nuove schiavitù, povertà, mancanza di lavoro, impossibilità di fare una famiglia, crollo demografico. Piaghe che devono essere cancellate al più presto dalla faccia della nostra società. Se il coronavirus ci ha dato delle lezioni, riguardano anche il modo in cui vogliamo costruire il nostro futuro di cittadini. Non sprechiamole.

manifestazione aborto incendio
(Getty Images)

Rimettere Dio al primo posto

C’è bisogno che i giovani tornino ad appassionarsi alla politica, per una società più giusta, un mondo più umano, che rimetta al centro i valori che ci hanno reso una grande civiltà. Per governare le leggi dell’economia mettendole al servizio dell’uomo, e non viceversa. Partendo dal basso, dagli ultimi, per guardare in alto, al Signore e alla Sua Parola di amore infinito e misericordioso che non ci abbandona mai.

Bisogna “ripartire da Dio, perché solo in Lui c’è la speranza che non tramonta”, come scrive il giornale dei vescovi Avvenire. “Rimettere Dio al primo posto non equivale ad avere la sicurezza di starsene tranquilli. Anzi. Significa lasciarsi disturbare dall’imprevisto, scegliere di stare con i poveri, oggi sempre più poveri.

Coronavirus Speranza Affidiamoci Gesù

E riscoprire la vera autorevolezza di chi ha una responsabilità di governo in quella frase di Gesù: Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti“.

Giovanni Bernardi

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