Roma: in tempi di Coronavirus, fortunatamente, c’è ancora chi riesce ad offrire il suo contributo per l’assistenza dei senzatetto.
Ormai ci è stato detto in tutti i modi e in tutte le lingue: bisogna restare a casa. L’emergenza Coronavirus impone a tutta la popolazione mondiale, di rimanere nelle proprie abitazioni, affinché si abbatta definitivamente il contagio. Ma un pensiero, inevitabilmente, ci conduce a chi una casa non ce l’ha, a chi soffre per mancanza di cibo e di calore familiare. Papa Francesco, anche recentemente, ha dedicato un forte pensiero e una preghiera a coloro che, più degli altri, soffrono questa situazione, proprio perché privi di una casa. A maggior ragione, in questo particolare periodo, diverse associazioni hanno dovuto interrompere le iniziative di aiuti ai senzatetto, per via della quarantena. Fortunatamente, a Roma, c’è chi riesce a continuare ad offrire il suo aiuto.
In un’intervista a Vatican News, Armando Andreoni, fondatore della Comunità Santo Stefano, che da 25 anni offre assistenza ai senzatetto, ha parlato del particolare periodo che i poveri di Roma stanno vivendo. Questo, ha sottolineato Andreoni, è un vero e proprio periodo di prova. Ma non tutti stiamo giocando con le stesse carte in tavola, anche perché alcuni dei cittadini romani sono privi di una dimora. Siccome “Non si può morire di fame per il Coronavirus, la carità non può mai venir meno”.
Quello che la Comunità romana offre da ormai 25 anni a questa parte è un vero e proprio assistenzialismo ai poveri della città, un servizio offerto con spirito di carità, come il Santo Francesco, patrono d’Italia, ci insegna. Andreoni, come riporta Vatican News, chiama i senzatetto “amici”. Gli amici di strada, come tutti noi, hanno timore del contagio da Coronavirus e, per rispettare le norme di distanziamento, si mettono in fila per i pasti rispettando le dovute distanze. Alcuni di loro, continua il fondatore, indossano la mascherina protettiva, che sappiamo in questo periodo quanto sia difficile da reperire.
Naturalmente, se il tasso di povertà in questi giorni sta aumentando, è noto come anche le richieste per le associazioni di assistenza possano drasticamente aumentare. Spiega infatti Armando Andreoni all’emittente, che agli abituali 70 poveri, si sono aggiunte una trentina di persone. Fortunatamente, gli amici ristoratori si stanno dimostrando solidali con la Comunità Santo Stefano e offrono il loro contributo donando il cibo nei frigoriferi, che andrebbe altrimenti gettato.
Quello che la Comunità offre è un vero e proprio messaggio di solidarietà in questo periodo in cui tutti siamo chiamati ad affrontare la dura prova. In questo momento di difficoltà collettiva, Armando Andreoni e le famiglie della Comunità danno quel tanto di luce che basta a chi vive nel buio.
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Fabio Amicosante
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