Coronavirus, Roma: salgono i ricoveri. Tampone per chi torna dalla Francia

Coronavirus, a Roma nelle ultime due settimane sono triplicati i pazienti nelle terapie intensive, passati da nove il 9 settembre a ventisette il 20 settembre.

Un numero quindi che per molti dimostra una condizione preoccupante, in cui bisogna fare sempre più attenzione. Specialmente quando si frequentano luoghi pubblici della capitale romana.

I numeri dei ricoveri crescono a Roma. Attenzione ma senza allarmismi

Ma che invece per altri non deve essere sinonimo di allarmismi, perché si tratta comunque di cifre contenute e spesso da verificare fino in fondo. Se non altro, per tutto ciò che riguarda la condizione specifica di ogni singolo paziente.

I numeri quindi crescono, e sono triplicati, nonostante si tratti al momento, per fortuna, di casi tutto sommato limitati. Speriamo che non vengano registrati altri aumenti nelle prossime ore e giorni.

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Il Coronavirus è presente nella capitale e circola

Tuttavia, se si ampia lo spettro di analisi e si confrontano i dati con quelli di un mese fa, si nota come in realtà il virus in realtà è ancora presente nella capitale e circola. Una presa d’atto sottolineata anche dall’assessore alla sanità nel Lazio Alessio D’Amato. L’invito delle istituzioni è perciò quello di continuare a fare più prudenza possibile.

Oggi, in totale, nel Lazio, i casi di positività al Coronavirus sono 5.840. La gran parte di questi, 5.347 per la precisione, sono in isolamento domiciliare. Le altre 493 persone sono invece attualmente ricoverate, nelle quali sono quindi comprese le 27 che si trovano in terapia intensiva.

Roma, operativo il drive-in per i tamponi con accesso per disabili

I deceduti, invece, sono stati finora 895. Contro invece le altre 7.807 persone che sono guarite, su un totale di 14.542 casi esaminati, come riporta il bollettino della Regione Lazio.

Test Coronavirus
Photo by Getty Images

Nel frattempo è stata resa pubblica la procedura con la quale le strutture sanitarie nel Lazio possono richiedere l’autorizzazione per esercitare attività di diagnostica di laboratorio. Vale a dire l’esecuzione dei test rapidi antigenici. A Roma-Sud è stato così stato aperto il nuovo “drive-in” in cui effettuare il tampone per il Coronavirus, presso l’IRCCS Santa Lucia con ingresso da via ardeatina 354.

Coronavirus, positivo anche l’attaccante della Lazio Vedat Muriqi

Si tratta di una postazione situata nell’area di parcheggio antistante l’ospedale di neuroriabilitazione, opportunamente segnalata. Questa è nata con l’idea di aumentare la sicurezza cittadina per quanto riguarda la prevenzione e il controllo dei contagi, permettendo anche di fare sottoporre i test a persone con disabilità.

Tra i positivi al tampone per il Covid-19, registrati negli ultimi giorni, c’è anche l’attaccante della Lazio Vedat Muriqi, appena acquistato dal Fenerbahce. Il calciatore ha effettuato il test giusto prima di ripartire per l’Italia, per raggiungere i suoi compagni di squadra. Il che non è stato possibile.

Coronavirus, chi rientra dalla Francia deve sottoporsi al tampone

Nel frattempo il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato sui social di avere firmato una nuova ordinanza in cui chiunque rientri in Italia da Parigi è obbligato a sottoporsi al tampone.

L’ordinanza, ha spiegato nel dettaglio il ministro sui social, “estende l’obbligo di test molecolare o antigenico ai cittadini provenienti da Parigi e altre aree della Francia con significativa circolazione del virus“.

Le aree coinvolte nella nuova ordinanza del ministero della Salute

Le aree in questione, relative all’ordinanza che entrerà in vigore domani, sono Alvernia-Rodano-Alpi, Corsica, Hauts-de-France, Île-de-France, Nuova Aquitania, Occitania, Provenza-Alpi-Costa azzurra. “I dati europei non possono essere sottovalutati”, è la considerazione di Speranza.

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Il ministro Speranza ha annunciato di avere firmato l’ordinanza che rende obbligatorio il tampone per chi ritorna dalla Francia – sourceweb

“L’Italia oggi sta meglio di altri Paesi, ma serve ancora grande prudenza per non vanificare i sacrifici fatti finora”.

Giovanni Bernardi

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