Coronavirus: da Wuhan arriva il racconto di Sara, l’italiana che decise di rimanere nella città del primo focolaio. Grande commozione per la fine del lockdown.
Tra gli italiani rimasti a Wuhan, città del primo focolaio del Coronavirus, c’è Sara Platto, che ha raccontato all’agenzia Adnkronos la sua commozione nell’uscire di nuovo di casa, dopo due mesi e mezzo di quarantena. La città di Wuhan ha sospeso il lockdown allo scoccare della mezzanotte e Sara ha detto di aver pianto proprio in quel momento.
Sara è tra i pochissimi italiani che hanno deciso di rimanere a Wuhan nel mese di gennaio. Oggi, dopo ben 76 giorni di quarantena, è potuta di nuovo uscire di casa insieme a suo figlio di 12 anni. Come riporta l’agenzia di informazione Adnkronos, che ha raccolto le parole di Sara, c’è anche un forte messaggio per tutti gli italiani: non bisogna avere fretta, è necessario continuare a stare a casa.
La notizia, appresa ieri, della riapertura di Wuhan è un forte messaggio di speranza per tutta la popolazione mondiale, che si trova ad affrontare questa difficile battaglia contro un nemico insidioso, ma, come hanno più volte ribadito gli esperti, non invincibile. Proprio questa mattina, Sara ha affermato di essere uscita insieme al figlio per prendere un cappuccino e per andare dal fruttivendolo. Una grande emozione portare di nuovo a spasso suo figlio, dopo due mesi e mezzo di lockdown totale.
Come riporta Adnkronos, Sara ha fatto una breve panoramica della città, affermando che si vedono ancora poche persone in giro. Questa mattina Sara ha potuto vedere soltanto qualche bambino in bicicletta e poche auto. C’è da tenere in considerazione, ha fatto sapere la professoressa associata di Comportamento e benessere animale, che per uscire è necessario avere il certificato di buona salute. Lei e suo figlio lo hanno ottenuto a seguito della registrazione su un’apposita app per cellulare, dove vengono fornite tutte le informazioni circa il proprio stato di salute.
Quello che manda Sara, insieme a suo figlio, è certamente un messaggio di commozione e di speranza per tutti gli italiani. Non dobbiamo avere fretta, seguendo le direttive che ci vengono consigliate, diamo la possibilità agli addetti ai lavori di operare nel miglior modo possibile.
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Fabio Amicosante
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