Il Coronavirus non ha alcuna speranza contro il forte contributo della scienza. A sostenerlo è il professor Guido Silvestri, medico e divulgatore scientifico.
L’appiglio al parere degli esperti è per noi fonte di conoscenza, ma anche di speranza. Il messaggio che il professor Guido Silvestri ha voluto lanciare nelle ultime ore fa ben sperare sulla dura battaglia che le conoscenze scientifiche stanno dando al famigerato Coronavirus. Guido Silvestri può ritenersi a tutti gli effetti un esperto in materia, ricoprendo il ruolo di medico, scienziato e divulgatore scientifico. Le parole del professore dell’Università di Atlanta, riportate da tvsette.net, parlano del CoVid-19 come un nemico “senza speranza”.
Nel suo breve, ma conciso, post, il professor Silvestri ha tenuto a precisare gli importanti progressi che tutto il settore scientifico sta registrando nella battaglia al Coronavirus. In primis, come riporta tvsette.net, si deve tener conto della qualità ed efficienza dei test virologici e sierologici per determinare la presenza del virus. Vi è poi un grande e continuo lavoro di sperimentazione di nuovi farmaci, nonché di vaccini, alcuni dei quali già testati sui modelli animali.
Nel post del professor Guido Silvestri si fa poi riferimento a un tema forse ancora poco messo in luce. Se è vero che la scienza, nella lotta al CoVid-19 sta facendo grandi passi, è anche vero che il miglioramento della situazione è dovuto anche al netto miglioramento qualitativo delle competenze di medici, infermieri e tutti gli addetti ai lavori, che stanno imparando sempre di più a “conoscere” il nemico. Questo è uno dei motivi fondamentali per cui il professore parla di un “virus senza speranze”.
Il professor Silvestri ne ha combattute di battaglie di questo tipo. Non mancano infatti nel suo breve post dei riferimenti al passato. Per quanto riguarda il recente passato, l’esperto ha menzionato l’HIV, un nemico definito “enormemente più insidioso”, che ha portato alla morte oltre 35 milioni di persone e per cui non esiste ancora una cura definitiva, oppure un vaccino. Quello contro cui oggi combattiamo è invece un virus, come leggiamo dalla fonte, incapace di nascondersi e non molto bravo a mutare, per cui, le capacità di studiarlo e conoscerlo, sono più concrete.
Il professore ha chiuso il suo post con un interessante richiamo alle epidemie della storia, ponendo al centro della riflessione la netta differenza con esse. La grande differenza con la peste di metà Trecento o con quella definita “manzoniana” e persino con l’influenza spagnola di inizio Novecento, è la forte presenza e il prezioso contributo della scienza.
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Fabio Amicosante
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