Per la prima volta il governo italiano proclama uno stato di emergenza che riguarda l’intero Paese. Un’anomalia fortemente attaccata da costituzionalisti ed esperti di primo piano.
Tra questi, il professore Sabino Cassese e il costituzionalista Michele Ainis, docente di Diritto costituzionale all’Università di Roma Tre. Ainis, intervistato dal quotidiano La Verità, ha spiegato senza mezze parole come stiamo vivendo un periodo fortemente eccezionale per la storia italiana.
Il convegno dei “negazionisti” e la sconfessione delle opinioni
In cui la tendenza a governare con i Dpcm rappresenta un vero e proprio abuso. Senza contare il fatto che la decisione di prolungare fino a ottobre lo stato di emergenza è stato narrato come una vicenda di carattere “amministrativo”. Cosa che non è affatto. Tutt’altro.
Entrambi i due professori hanno partecipato al tanto bistrattato convegno dei “negazionisti”. Termine orribile e carico di una presunzione estrema, in cui giornalisti o persone che non conoscono nulla di scienza medica giudicano esperti internazionali e primari di ospedali che hanno combattuto contro il coronavirus in prima linea negli ospedali.
L’inquisizione del ventunesimo secolo, quella delle idee
Una vera e propria inquisizione del ventunesimo secolo, in cui non solo l’ignoranza più saccente unita al conformismo più arrogante, pretendono di essere verità universale. Ma anche, allo stesso tempo, di mettere a tacere tutti gli altri, come un fare caratteristicamente totalitario, dei regimi che negano il dissenso delle idee. E che ormai impostano questo tipo di conduzione anche per ciò che riguarda la cosa pubblica.
“Da giorni ricevo messaggi increduli, costernati o imbufaliti”, ha spiegato Ainis. “Anche i sassi sanno che non sono di destra. Tuttavia sono una persona libera, e vado a discutere ovunque mi sembri opportuno farlo”. Il professore, senza mezzi termini, ha spiegato di essere “molto preoccupato dal partito dei negazionisti dei diritti costituzionali“. Che sono “molti, e collocati nei luoghi più impensabili”.
Le dure parole del costituzionalista Ainis
Ainis, insieme all’autorevole professore Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale, si sono apertamente schierati contro la decretazione d’urgenza voluta dall’attuale governo Pd-5 Stelle guidato dall’avvocato Giuseppe Conte. “Non è una disputa per professori eruditi, ma una tema che riguarda la libertà, e le libertà di tutti”, spiega Ainis.
Non si tratta di una questione cioè politica, ma civica, che riguarda le libertà fondamentali di un Paese, come quelle di essere governato in maniera democratica e di poter fruire dei diritti fondamentali, quali quello di circolare liberamente o di professare liberamente il proprio culto. Cosa che non è stata concessa durante il lockdown, e che sembra essere in pericolo anche nel futuro prossimo.
Coronavirus, a rischio le libertà costituzionali
Come ad esempio nel caso del Ddl Zan-Scalfarotto, che dietro l’ombrello dell’omotransfobia cerca di imporre un modello culturale a tutti fin dalla prima infanzia, e impedisce a sacerdoti e cattolici di esprimere liberamente il proprio pensiero. In alcuni casi potrebbe essere a rischio anche la lettura della stessa Parola di Dio.
Michele Ainis, uno dei maggiori costituzionalisti italiani, editorialista per i maggiori quotidiani italiani tra cui La Repubblica, non ha remore nel dire quello che pensa. E come ha detto Conte, conferma che si può dichiarare lo Stato di emergenza, in quanto previsto dal codice della protezione civile.
Lo stato di emergenza? Permette ordinanze in deroga alla legge
Ma che allo stesso tempo dire che dal 2016 è stato dichiarato 84 volte è una menzogna, perché si trattava sempre di fatti circoscritti a fatti locali molto ristretti. Come frane, terremoti, esondazioni. In questo caso è un’intero paese ad essere bloccato, e per lunghi mesi, anche quando l’emergenza è palesemente non attuale.
Ma la questione delicata è però un’altra. “Partendo da questo stato di emergenza si possono emanare delle ordinanze in deroga a qualsiasi legge dello Stato. E questo è abnorme“. Ainis ha cioè spiegato che in questo modo il governo italiano potrebbe decidere in maniera del tutto arbitraria, ad esempio, che domani tutta la popolazione italiana è obbligata ad uscire con l’ombrello. O qualsiasi altra simile assurdità.
Lo stato di emergenza è scelta amministrativa? Falso e mistificatorio
Insomma, “la decisione sull’emergenza non può essere raccontata come una decisione marginale, o amministrativa: per me è la scelta più politica che si possa adottare“, spiega Ainis. Aggiungendo che, purtroppo, i messaggi che vengono dal governo sono contraddittori. Da una parte si chiede di non enfatizzare il problema, dall’altra però le misure sono sempre più stringenti, e lo stato di emergenza si aumenta, con una decisione piuttosto arbitraria, per altri tre mesi.
“Noi in questi anni abbiamo fatto strage delle parole. L’emergenza è diventata una parola abusatissima. E l’abuso dell’ emergenza la conseguenza successiva. Ci siamo talmente abituati al decreto legge, al punto da dimenticarci che è anch’esso uno strumento di emergenza. E siccome non bastava siamo passati al governare con il Dpcm”, è la premessa di Ainis. Che precede la sua tesi sul giudizio dell’operato del presidente Conte.
Durante l’emergenza coronavirus sono saltati tutti i paletti
Che rappresenta “un abuso, intanto perché il confine del Dpcm è quello di un atto amministrativo, non di un atto normativo. La legge vale per tutti. Mentre un intervento amministrativo è un atto individuale e concreto”. Ad esempio, ha spiegato, un sindaco locale non può espropriare un terreno per una emergenza ambientale, ma può fare una norma che riguardi l’esproprio.
Un paletto che durante l’emergenza del coronavirus è saltato. “Si incideva sulle libertà individuali dalla circolazione al culto senza un voto del parlamento. É stata una grave violazione delle libertà costituzionali“. Come è stato possibile? “Con quello che io chiamo un trucco-Matrioska. Prima il governo ha scritto un delega in bianco e l’ha inserita dentro un decreto, il 6/2020. Poi in virtù di quella delega ha iniziato a governare con ordinanze che abbiamo appena visto – intervenendo su alcuni diritti fondamentali dei cittadini”.
Ainis: si è realizzata una vera “violazione costituzionale”
Realizzando, in questo modo, una vera e propria “violazione costituzionale“. Ma quello che preoccupa di più il professor Ainis è il “precedente. L’ emergenza sanitaria attiva illegittimamente il congegno-matrjoska per cui un decreto in bianco attiva il dpcm, che interviene sulle libertà costituzionali. E cosa accadrebbe se questo stesso meccanismo, in un qualsiasi domani venisse arrivato in nome di altre emergenze?”.
Si potrebbe ad esempio, in nome di un’emergenza sociale, o perché no, di uno sciopero duro come potrebbe esserci in questo autunno, evocare il bisogno di ordine pubblico. Il rischio è perciò molto alto. E Ainis, studioso moderato ma che dice le cose come stanno, non ci gira intorno. “È il percorso-tipo delle dittature. Ecco perché non ci piacciono le minimizzazioni, e gli abusi. Ecco perché il dito lo punto io, sui negazionisti pericolosi: quelli che negano lo Stato di diritto”.
I “negazionisti”, ma dello Stato di diritto
Non ci sono cioè solo i virologi e i filosofi ad essere “negazionisti”, ma anche due tra i maggiori costituzionalisti del nostro paese. Si vuole perciò continuare a negare anche le loro posizioni, ritenendosi più autorevoli? Proprio tutti sicuri di chi siano i “negazionisti“? Il problema è che una bugia ripetuta all’infinito a una mente debole, come scriveva George Orwell, diventa una verità. C’è quindi bisogno di più approfondimento e spirito critico.
Preghiamo che la giustizia sia fatta rispettare e che i potenti non sfruttino le loro posizioni ai danni dei cittadini che governano. Che il Signore ci indichi la giusta strada per riconoscere la verità e ristabilire la correttezza nello svolgimento della vita sociale e politica. Signore, fa che i nostri governanti prendano decisioni giuste e nel rispetto del bene comune.
Giovanni Bernardi
Fonte: La Verità