Continuano purtroppo ad alternarsi, talvolta, notizie negative sul coronavirus, anche se la situazione pare essere sotto controllo. Il virologo Tarro, a tutto questo, non ci sta.
Ieri tutti i notiziari si affrettavano a spiegare che in Italia i contagi sono saliti nuovamente oltre i trecento, con dieci deceduti. Molti di questi, purtroppo, pare che venissero da fuori i confini del Paese, segno che in molti Paesi del resto del mondo la situazione è ancora purtroppo drammatica.
Coronavirus, lo stato delle cose. Tra allarmi e dati positivi
Di recente si è addirittura affermato che gli anticorpi sviluppati dopo il coronavirus potrebbero sviluppare un’infezione più grave della prima. Notizie che sembrano in realtà fondate sull’allarmismo a ogni costo, secondo alcuni riconducibili alla volontà di avere mano libera sul prendere decisioni in modalità consentite solamente nei momenti di emergenza.
Lo stato di allarme prolungato infatti giova a quei settori delle istituzioni che vogliono avere campo aperto su qualsiasi scelta vogliano prendere e su qualsiasi strada vogliano imboccare, senza bisogno di passare al vaglio del parlamento e del sano dibattito democratico, come in realtà prevede la nostra Costituzione.
I messaggi di allarme e la presunta salvezza da Oxford
Affianco a questo genere di allarmi ci sono però anche i messaggi di “salvezza” che giungono ad esempio da Oxford, in cui ricercatori stanno lavorando giorno e notte per preparare il vaccino, sulla scia di cospicui finanziamenti investiti da governi insieme ai cosiddetti “filantropi”, che oltre al presunto bene per l’uomo hanno probabilmente fiutato un certo “interesse”. Insomma, un cospicuo business internazionale e fortemente strategico.
Rispetto a questi eventi, il professore Giulio Tarro, virologo napoletano di fama internazionale, le cui opinioni controcorrente innescano spesso dibattiti dai toni incendiari, non ci sta affatto. Già nei giorni scorsi, infatti, Tarro si è detto fortemente contrario al prolungamento dello stato di emergenza nel nostro paese. Di cui a suo avviso, basandosi sull’evidenza dei numeri e dei dati scientifici letti da chi non ha alcun interesse in merito, non c’è alcuna ragione.
La contrarietà del virologo napoletano a provvedimenti d’emergenza
“Si tratta di un provvedimento da prendere qualora vi sia fattualmente un’emergenza”, in Italia questa emergenza non c’è “assolutamente“, ha spiegato il virologo in un’intervista pubblicata sul sito della Fondazione Nenni. “Adesso come adesso, questa fantomatica emergenza dettata dal Sars CoV2 non c’è più”.
Nonostante però il Comitato tecnico-scientifico nominato in maniera piuttosto arbitraria dal governo pare che non la pensi proprio in questo modo. “Come ho scritto in una lettera da me firmata e pubblicata giorni fa, vorrei sapere i nomi di questi scienziati che hanno consigliato Conte e il suo Governo nel prolungare lo Stato di emergenza”, ha detto Tarro.
I dati e la verità che, per il prof. Tarro, non si vuole riconoscere
“Costoro sanno leggere i dati? Conoscono il funzionamento di un beta-coronavirus come il Sars CoV2? Si rendono conto di qual è, concretamente, la situazione che c’è in Italia in questi giorni?”, sono le domande provocatorie del medico.
“È molto semplice e riassumibile in poche parole: la pandemia in Italia è finita. Già da Maggio scorso eravamo in questa situazione, nel periodo in cui tutti i cosiddetti scienziati che vanno per la maggiore in Tv sostenevano che subito dopo le prime riaperture ci saremmo trovati, nel giro di una quindicina o ventina di giorni, di nuovo le terapie intensive affollate da malati di Covid-19 (che non va confuso con il virus)”.
“Le terapie intensive si sono svuotate, ma i bollettini dicono altro”
La distinzione fatta dal prof. Tarro tra coronavirus e Covid-19 è infatti, a suo avviso, “essenziale”. “Il coronavirus di cui si è ormai straparlato, si chiama Sars CoV2. La malattia che ne consegue, vale a dire la polmonite interstiziale o le tromboembolie polmonari, prende il nome di Covid-19. Sono, quindi, due cose diversissime”.
Tarro ha così spiegato che già dallo scorso 4 maggio le terapie intensive si sono cominciate a svuotare, e il numero dei malati a diminuire. Come anche, per fortuna, quello dei decessi. Ma dai bollettini per qualche ragione sembra che questi continuino ad aumentare. Per Tarro la spiegazione è semplice ma non viene messa affatto in evidenza.
Il prof. Tarro: gli italiani tornino a una vita normale
“Se una persona ricoverata in ospedale, ad esempio, per infarto miocardico e risultata positiva al tampone per rilevare la presenza di Sars CoV2, dovesse morire, questo decesso non viene classificato come avvenuto per infarto, bensì lo si ascrive fra i deceduti di Covid-19. Un’assurdità che solo in Italia si pratica. Negli altri paesi no”.
Negli altri paesi, tuttavia, il virus continua a mietere vittime, a differenza dell’Italia. Dove, secondo il virologo, gli italiani “dovrebbero tornare a una vita normale, senza più panico ingiustificato e buttando via queste inutili mascherine”.
Tarro: “l’Italia ormai non ha più alcun problema, è fuori dalla pandemia”
Insomma, per Tarro “l’Italia ormai non ha più alcun problema, si può dichiarare fuori dalla pandemia. Come ne siamo usciti noi, ne usciranno anche gli altri”. I nuovi focolai sono “normali manifestazioni al termine di un processo pandemico. E comunque, si tratta di contagi di importazione, non autoctoni”, spiega.
Riguardo all’ultimo report dell’Iss e dell’Istat, in cui si afferma che l’89% dei decessi avvenuti nei mesi di Febbraio-Maggio ha avuto come causa principale il Covid-19, Tarro ammette di non averlo ancora letto. Ma ribatte: “Lo leggerò con attenzione e ne parliamo la prossima volta. Se le cose stanno come ha detto lei, mi pare sia stata detta una menzogna. E le menzogne vanno messe pubblicamente alla gogna“.
Tarro: il vaccino è inutile. Malattie con gli anticorpi? “Fantascienza”
Il vaccino che si sta sviluppando a Oxford? “Penso che sia inutile”, risponde Tarro. “In più, sembra che dai primi test sull’uomo il 70% delle persone coinvolte nel trial ha sviluppato febbre e mal di testa. Le pare un buon risultato? A me no, francamente”.
Mentre per quanto riguarda la ricerca circolata nelle scorse ore, che afferma che chi ha sviluppato gli anticorpi può sviluppare una forma ancora più grave di malattia, Tarro la bolla come pura “fantascienza!”. Insomma: “Il Sars CoV2 e la malattia che ne deriva, il Covid-19, possiamo fortunatamente inscriverli al nostro passato remoto”.
Giovanni Bernardi
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI