Il prof. Tarro: i giornali non danno dati scientifici ma numeri al lotto. Bisogna aver paura del coronavirus? “Assolutamente no”.
È una conversazione a tutto tondo quella del prof. Tarro, diffusa dal sito della Fondazione Nenni. Si parla del rischio di nuove ondate epidemiche, del vaccino che il ministero della Salute ha promesso di distruibuire già nel 2020 a carico dello Stato, dei numeri reali sui decessi da coronavirus e quelli invece falsati.
“Purtroppo quando ci si trova in condizioni di pandemie come quella da cui siamo appena usciti, è normale si creino dei focolai di infezione dovuti allo stesso agente patogeno”, ha spiegato Tarro parlando dei nuovi focolai di cui si parla in queste ore nei media italiani.
Tarro ha spiegato che “si tratta di focolai semplicemente infettivi; che, cioè, non causano epidemie come quelle cui abbiamo assistito, nostro malgrado, tra marzo e aprile scorsi”. Questo “innanzitutto perché, come i coronavirus precedenti al Sars CoV2 che hanno fatto il salto di specie – lo spillover –, dopo una prima fase di aggressività segue sempre un periodo di adattamento del virus che potrebbe preludere o a una sua scomparsa definitiva, o a una sua pacifica convivenza con noi ed il nostro ambiente”.
Oltre a questo, per il fatto che gli estremi dell’infezione causata dal virus, ha spiegato il medico, sono non solo polmoniti interstiziali ma anche tromboembolie polmonari. E che a questo proposito esistono già delle “molecole efficaci” contro il coronavirus. A questo proposito, Tarro ha portato l’esempio del l’idrossiclorochina e la sieroterapia col plasma iperimmune dei pazienti guariti.
Ma in Italia vengono applicati? “Presumo di sì. Sarebbe paradossale il contrario”, risponde. Alla domanda sul perché non siano state consentite le autopsie in Italia, il medico ha spiegato che in realtà si è trattato più che altro di “suggerimento a non farle per paura di favorire eventuali contagi“.
Ma che “tuttavia è stata una stupidaggine, perché se le autopsie si fossero fatte avremmo scoperto che le persone morivano a causa di tromboembolie”. “Non ci si può stupire di quanto accaduto, benché grave: se in medicina si cura una cosa per un’altra, anche la patologia più comune – come l’appendicite, per esempio – può risultare fatale“.
Ci sono dati confortanti, in tutto ciò? “Io non sto a considerare quelli forniti dai giornali e dai media ogni giorno. Quelli sono numeri al Lotto, non dati scientifici“, ha risposto seccamente Tarro. Il medico ha spiegato che, ad esempio, lo scorso 21 maggio su 3032 cartelle esaminate i morti per coronavirus erano 123.
Gli altri avevano “un’età media di 80 anni e un quadro clinico altamente compromesso e precario”. “Su una popolazione totale di 60 milioni, i deceduti per Sars CoV2 sarebbero 1271”, ha sostenuto Tarro. “Di che parliamo? Ecco: le persone dovrebbero considerare questi dati. E i giornali dovrebbero specificarli invece di dare cifre a caso”.
Per quale ragione allora sono stati forniti numeri diversi? “Perché vogliono convincere tutti che in Autunno prossimo ci sarà una seconda ondata“, risponde Tarro. Per il quale, però, questa ondata non ci sarà.
“Credo proprio di no. Come ho più volte ripetuto, il virus non ha più un terreno favorevole su cui vivere. O morirà – come presumo, anche sulla base della similarità fra il Sars CoV2 e il beta-coronavirus della prima SARS dimostrata dallo studio scientifico cui accennavo nella nostra scorsa intervista – o si adatterà causando raffreddori o sindromi influenzali non gravi”.
Sull’accordo sottoscritto dal ministro Speranza riguardo alla distribuzione di milioni di dosi del vaccino, Tarro si è detto del tutto contrario. “È stato un inutile sperpero di soldi pubblici. Il vaccino deve essere fatto preventivamente, non in conseguenza. Non servirà. Abbiamo già delle cure adatte ed efficaci. Sarebbe bene utilizzarle e in modo più diffuso”.
Giovanni Bernardi
Fonte: Fondazione Nenni
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