Il professore Giulio Tarro ci va giù duro contro la gestione attuale del coronavirus: si stanno creando paure che indeboliscono il sistema immunitario. La seconda ondata? Non ci sarà.
Da giorni si discute sulla possibilità o meno di un prolungamento dello stato di emergenza in Italia, nonostante i numeri molto bassi al momento legati al coronavirus, e il fatto che in nessun altro paese europeo si stia pensando a una misura di questo tipo. Il rischio infatti è quello di ingenerare, nei cittadini italiani, paure di cui poi ci si potrebbe pentire amaramente.
“Con tutte queste paure stanno tra l’altro indebolendo il sistema immunitario di una intera popolazione”, ha affermato al quotidiano Libero il professore Giulio Tarro. “Sono loro che dovrebbero aver paura di una cosa, vale a dire che si scopra che i contagiati in Italia (molti asintomatici) sono decine di milioni, e per questo oggi moltiplicano i tamponi che risultano quasi tutti negativi”.
Il professore ha specificato che ciò “non significa che tante persone non siano mai state contagiate, ma che le persone sono nel frattempo guarite”. I numeri infatti pubblicati fin dall’inizio della pandemia in cui parlavano di 12 milioni di italiani contagiati. Stando a quanto accaduto, per Tarro si pottrebbe anche pensare che nel nostro Paese si sia realizzata la cosiddetta immunità di gregge.
Ma invece di trovare tutto ciò rassicurante, spesso si parla del rischio di un catastrofico ritorno del virus, e a questo motivo si immaginano misure emergenziali che però, almeno per il momento, non hanno alcuna giustificazione nella realtà. Misure come “l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale o della mascherina a scuola”, specifica l’intervistatore, il professore Paolo Becchi.
“Sono cose insensate“, risponde Tarro. “Nel campo della salute dovrebbero prevalere i diritti e non gli obblighi. Un generico vaccino influenzale in questo caso non solo è inutile, ma potrebbe rivelarsi dannoso”. Tuttavia, su una cosa in particolare il prof. Tarro si dichiara sicuro. Sul fatto cioè che non dobbiamo aspettarsi la seconda ondata del virus.
“Me lo lasci dire con chiarezza: non dobbiamo temere una “seconda ondata” perché non ci sarà. Altri Paesi già sono in fase inoltrata con riaperture significative. Noi, invece, proibiamo ancora troppe cose. Stanno davvero esagerando al governo, continuando così porteranno in autunno il Paese alla rovina. Beninteso, non una rovina dettata da una emergenza sanitaria che non esiste più, ma da una emergenza economica e sociale che mi pare venga ampiamente sottovalutata”.
Per quanto riguarda la discussione sul ritorno o meno a scuola a settembre, il medico spiega che “a settembre certamente si potrà tornare a scuola. Hanno già riaperto tutti, non capisco perché noi non dovremmo farlo in Italia. Il sole della stagione estiva ha abbattuto la dimensione del contagio, come avevo previsto”.
Una riapertura che dovrebbe avvenire quindi “con intelligenza e buon senso”. Ovvero “senza necessità di utilizzare le mascherine la cui funzione era prevista per la loro utilizzazione dai soggetti infetti per evitare ulteriore spargimento del virus, e ovviamente dagli operatori sanitari, che possono avere contatto professionale anche con potenziali contagiati”.
Per Tarro infatti “non è ammissibile che i bambini indossino le mascherine a scuola. Anche all’università si può tornare alle lezioni in presenza. Le precauzioni vanno fatte a monte e si basano sulla naturale battaglia, sempre effettuata per le malattie infettive, che prevede l’isolamento dei soggetti infetti”.
Mascherine che per il medico non andrebbero utilizzate nemmeno in estate. “Diventano nocive perché inducono ipercapnia, cioè aumento pericoloso dell’anidrite carbonica. Vorrei dare da medico un consiglio generale. Dobbiamo staccare la spina a una informazione ansiogena e ipocritamente intrisa di appelli a “non farsi prendere dal panico”.
Quasi nessuno ci dice che se non ci ammaliamo è grazie al nostro sistema immunitario, il quale può essere compromesso – oltre che da una inadeguata alimentazione e da uno sbagliato stile di vita – dallo stress, che può nascere anche dall’attenzione verso notizie allarmanti”.
La certezza del prof, in conclusione, è che “in Italia l’era Covid è finita, a meno che non si importino nuovi ceppi dall’estero. I nuovi casi sono legati a una provenienza estera come i bulgari di Mondragone, i viaggiatori dal Bangladesh e i nostri commercianti che rientrano da Croazia e Slovenia già contagiati. Adesso si pone anche il problema della immigrazione clandestina”.
“Non vedo nulla di allarmante sotto il profilo sanitario“, ha così concluso il professore. “Mi sento di poter affermare che in realtà oggi non c’è alcuna ragione sanitaria per prolungare lo stato di emergenza”.
Giovanni Bernardi
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