La crisi del Coronavirus ha gettato molte persone nello sconforto e nella paura. Ma con Cristo non dobbiamo avere alcuna paura, nemmeno della morte.
Il Signore infatti ha sconfitto la morte donando all’umanità la vita eterna. Quello che però purtroppo la pandemia ha messo in luce è la scarsa fede che si ha nella vita eterna.
La morte e la vita eterna, i grandi assenti dall’immaginario di oggi
Le reazioni generate in seguito allo scoppio della pandemia da Coronavirus fanno infatti pensare che molte persone, di fronte all’idea di perdere la propria vita, si sono trovate scaraventate in una condizione di panico totale.
Ma non dovrebbe essere questa la consapevolezza di un cristiano. “Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà“, è infatti scritto nel Vangelo. Per quale ragione però ci siamo dimenticati che il Signore è venuto a donarci l’eternità?
La predicazione cristiana si dimentica di ricordarci la vita eterna?
Forse, una delle cause va ricercata nel fatto che troppo spesso la Chiesa e i cristiani si sono soffermati nel parlare della dimensione sociale della vita e della fede, tralasciando però quella verticale.
La morte non rientra più tra gli eventi della vita, è la grande rimossa dall’immaginario contemporaneo, ad eccezione di quando si parla di eutanasia. Bisogna scacciarla, nasconderla, non parlarne. E la vita eterna è diventata quasi una favola per beoni.
Senza la dimensione trascendente la morte è una bestia gigante
Così accade che tutto il pensiero del mondo di oggi viene centrato sul presente, sul calcolo, sul rapporto tra tempo e denaro, sul consumo, sul fare tutto ciò che si può finché si è in tempo. Insomma, sulla convinzione che la vita sia tutta qui sulla terra, che non esista lo spirito ma solo la nostra misera esistenza materiale.
Con la cancellazione della dimensione trascendente della vita, la morte è diventata una bestia gigantesca e paurosa.
I cristiani devono ricordarsi di salvare l’anima oltre che il corpo
Certamente la vita è un dono di Dio che va preservato e per questo la salute va tutelata. Ma sarà Dio a decidere quando la nostra vita avrà termine. Pensare che la nostra vita sia tutta qui genera un terrore inaudito della morte. Ma Cristo ha vinto la morte. La Chiesa avrebbe dovuto cogliere il tempo del Coronavirus per ricordare questo fatto importante e fondamentale per la fede cristiana.
Eppure anche la Chiesa troppo spesso è sembrata mettere al primo posto la prevenzione del virus piuttosto che l’annuncio della Parole. La cura del corpo piuttosto che di quella dell’anima. Per questo è necessario aprire il Vangelo e pregare il Signore affinché possiamo recuperare una vera fede in Lui.
“Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nel suo regno». (Matteo 16, 26-28)
Giovanni Bernardi