Coronavirus: perché tanti test falsamente positivi!

Giorno dopo giorno, da mesi oramai, seguiamo l’andamento, crescente o decrescente, dei casi di contagio da Coronavirus.

Test Coronavirus
Test Coronavirus – photo web source

Cerchiamo di capire se i dati siano ancora preoccupanti o meno. Non sono mancati i falsi positivi, quelli riguardanti persone che, dopo pochissime ore, venivano dichiarati sani e non affetti dal Coronavirus.

Oltre all’errore umano, esistono altri fattori che determinare la cattiva riuscita del test. Studi recenti dimostrano, infatti, che: “il test principale, che diagnostica il Coronavirus, è così sensibile che potrebbe rilevare anche frammenti di virus morto, legato a vecchie infezioni”. Senza dimenticare il fatto che un contagiato può trasmettere il virus per una settimana cerca, ma risulta untore anche nella settimana successiva.

Coronavirus: Oxford esamina i test

Le conclusioni delle ricerche, eseguite per lo più all’Università di Oxford, è che il numero dei malati, al momento, potrebbe essere sovrastimato, inferiore a quello che pensiamo. Hanno  esaminato i dati di ben 25 studi. I campioni sono stati messi in una capsula di Petri, una “coltura virale” che indica se il virus è attivo o morto, se può ancora diffondersi ed essere pericoloso, oppure no.

Questi studi sono stati suggeriti dal numero sempre più esiguo di ricoverati, a fronte del numero invece crescente di persone dichiarate infette. Il suggerimento dei ricercatori è di cercare di creare un test che possa discriminare un limite tra l’attività e la non attività del Coronavirus. Questa la prossima sfida degli studiosi, dalla quale nasce anche una speranza: forse siamo già fuori dalla pandemia, ma non ce ne siamo accorti?

Antonella Sanicanti

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