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Opinioni e Approfondimenti

Coronavirus: USA shock! Non rianimate i disabili

La denuncia shock degli operatori sanitari. La mancanza di posti letto avrebbe portato decine di ospedali a chiedere al governo americano la possibilità di “non rianimare” i pazienti disabili.

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Dirsi indignati in contesti simili non basta. Eventi di questo tipo addolorano fortemente il cuore di ciascuno di noi. Si tratta della dimostrazione evidente di come il mondo, in particolare quello occidentale, ha smarrito la sua anima. Quella derivante dalla carità e dall’etica cristiana che ci ha guidato per lunghi secoli, rendendoci quello che eravamo. E che ora non siamo più.

Una vicenda che grida vendetta

Il quotidiani dei vescovi Avvenire ha denunciato la vicenda nel nostro paese, diffusa in un primo momento da diversi quotidiani statunitensi. Pare che molti di questi ospedali abbiano già cominciato a mettere in pratica queste scelte all’interno dei singoli reparti. Alcuni medici hanno confermato la notizia, assieme a gruppi privati di servizi sanitari.

Il Northwestern Memorial Hospital di Chicago pare stia seriamente pensando a una politica di non rianimazione per i pazienti infetti, e uno dei direttori del reparto di terapia intensiva, Richard Wunderink, ha espressamente chiesto al governo dell’Illinois di promulgare una legge che consenta loro questa possibilità.

Gli ospedali americani

Lo stesso per il George Washington University Hospital, che da giorni ha cominciato a ridurre drasticamente il numero di pazienti con diritto a interventi d’urgenza nel caso di arresto cardiaco.

Grandi ospedali come l’Atrium Health in Carolina del Sud e del Nord, il Geisinger in Pennsylvania, o le reti regionali Kaiser, stanno già passando al vaglio linee guida che possano permettere ai medici di ignorare pazienti affetti da Coronavirus.

La dignità di fronte a Dio

Come noto, infatti, gran parte della sanità americana è in mano a privati, e curarsi costa molti soldi. Farsi un tampone per capire se si è stati infettati o meno dal Covid-19 può costare normalmente, in stati dove le cifre non sono nemmeno troppo elevate, intorno ai tremila dollari. Cifre che nel nostro paese sarebbero impensabili, in quanto eredi di una cultura in cui la salute è un diritto, che rende possibile la dignità della persona.

photo pixabay

Tutti infatti siamo degni agli occhi di Dio, e una società cristiana si impegna per trasportare questo ideale nelle proprie scelte di vita, che regolano le singole esistenze e la società nel suo complesso. Ogni vita umana è un bene comune, e ogni uomo deve fare tutto il possibile per salvare il dono più grande che abbiamo ricevuto da Dio.

La risposta della Casa Bianca

La risposta della Casa Bianca è stata affidata alla coordinatrice Deborah Birx, che si è limitata ad affermare: “non è necessaria”. Gli Stati Uniti stanno infatti realizzando che il loro sistema sanitario e sociale potrebbe esplodere da un momento all’altro, e non sanno come rispondere a questa possibile crisi.

Si parla di massicce iniezioni di liquidità, ma se i numeri del contagio dovessero crescere rapidamente, il problema sarebbe quello della mancanza di posti letto negli ospedali. Un difetto di ordine numerico da capogiro. C’è chi parla di almeno 90 mila posti letto necessari, il che rende evidente la difficoltà di una risposta adeguata.

Il modello della sanità americana

La sanità americana paga quindi un modello centrato sulla differenza di classi sociali nella tutela del diritto alla salute. I medici hanno risposto che la necessità di compiere questa scelta è praticamente obbligata.

Perciò si applica il modello costi–benefici. La disponibilità di strumenti viene data prima ai medici, e i letti vengono consegnati ai più giovani. Innestando una vera e propria cultura della morte all’interno degli ospedali, con il personale costretto a scegliere chi far vivere e chi abbandonare alla morte.

Un contesto drammatico

Un contesto drammatico che ci parla anche delle scelte fatte in passato, in termini di investimenti economici. Una società che smarrisce la presenza di Dio infatti si occuperà molto più celermente nel soddisfare interessi superflui, legati all’intrattenimento, allo stordimento, al lusso, alla perdizione. E non si occuperà dei malati, dei più deboli e dei più fragili.

Queste sono le conseguenze di una società senza Dio che la crisi del Coronavirus sta svelando giorno dopo giorno. Così riecheggia la domanda biblica: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18, 8)

 

Giovanni Bernardi

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