Coronavirus, il professore Zangrillo mette in chiaro: “Essere contagiati non vuol dire essere malati, non ha alcun significato dal punto di vista clinico-sanitario”.
Il direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano è intervenuto ancora sul dibattito relativo alla pandemia, mettendo tutti in guardia da non compiere l’errore di confondere contagiati e malati.
Essere contagiati dal Covid-19 infatti può anche non significare nulla dal punto di vista clinico. Quindi continueranno a conteggiare i contagiati come se fossero malati, a detta del professore, significa solamente continuare a propagare una sorta di terrorismo psicologico.
“L’aumento dei contagi di questi giorni? Fa bene il governo ad attuare le norme per identificare precocemente i contagiati. Fatta questa premessa, dico che è fondamentale non confondere il contagiato con il malato“, ha quindi spiegato Zangrillo, ospite di un talk show su La7.
“Il contagiato è semplicemente colui che è venuto in contatto col virus e fortunatamente non manifesta una sintomatologia clinica tale per cui debba essere di competenza del medico”, ha precisato. Prima di sottolineare e ribadire il concetto fondamentale del suo intervento. Che cioè il contagio non significa malattia.
Tuttavia, il professore Zangrillo a causa delle sue tesi, chiare e trasparenti, viene spesso etichettato come “negazionista”. Già a fine maggio, infatti, dopo avere definito il virus clinicamente morto, in base ai dati che emergono dall’ospedale che dirige, aveva visto sia il ministero della Salute e il Comitato tecnico-scientifico nominato dal Governo prendere le distanze dalle sue parole.
Il Covid è in circolazione, spiegavano ministero e tecnici governativi, prima di prolungare lo stato di emergenza fino a ottobre. Tuttavia il professore Zangrillo non ha mai rinnegato le sue idee, a dimostrazione del fatto che è fermamente certo di ciò che afferma.
Dopo la trasmissione andata in onda su La7 c’è stato anche un breve ma significativo scambio di battute al vetriolo su Twitter. In questo caso, Zangrillo ha risposto per i toni al professore dell’Università di Padova Andrea Crisanti. Quest’ultimo, citando Zangrillo prendeva anch’egli le distanze dalle sue parole parlando di “affermazioni estremamente pericolose”.
E affermando, in seguito, che “a Padova abbiamo decine e decine di malati in reparto e in rianimazione”. Subito però è arrivata la replica del diretto interessato, il professore Zangrillo. “Le bugie, caro Crisanti, hanno le gambe corte”, ha scritto il direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano, allegando il report del 13 agosto in cui vengono segnalati i ricoverati negli ospedali italiani a causa del Covid-19.
Nel documento è chiaramente segnato che alla data in cui Crisanti affermava che a Padova ci fossero decine di malati in rianimazione, nell’Azienda ospedaliera di Padova erano presenti solamente 4 ricoverati in terapia intensiva.
Giovanni Bernardi
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