Coronavirus: l’Italia ha scelto l’app per smartphone che aiuterà nella fase 2 a limitare i contagi. Ad annunciarlo è Domenico Arcuri.
Arrivano le conferme sull’app anti-contagio che l’Italia utilizzerà nella cosiddetta fase 2. Come riporta l’agenzia di informazione Agi, infatti, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha confermato che l’app scelta è quella nata dalla collaborazione tra Bending Spoon e il centro medico Santagostino. L’app si chiamerà “Immuni” e attraverso la tecnologia bluetooth potrà monitorare i contatti tra gli utenti e, di conseguenza, limitare il contagio.
Il Commissario per l’emergenza Arcuri ha tenuto a precisare che la società ha manifestato piena volontà di concedere una licenza aperta agli utenti per l’utilizzo di “Immuni”. Questa scelta, riporta la fonte, è figlia di uno spirito di solidarietà. Un modo concreto, dunque, di offrire il proprio contributo alla lotta al CoVid-19.
Ma come funzionerà l’app? “Immuni” avrà la possibilità di tracciare i contatti avuti con le altre persone e questo avverrà attraverso la tecnologia bluetooth. Dunque, almeno per il momento, non ci sarà alcuna geo-localizzazione. Inoltre, l’app, una volta tracciati i dati dell’utente, li mantiene bloccati nello smartphone, fin quando non si avrà la certezza che l’utente sia contagiato da Coronavirus.
A quel punto, l’utente può dare il consenso per tracciare i dati e dare dunque la possibilità di rintracciare tutte le persone con cui è entrata in contatto. Infatti, la tecnologia bluetooth si attiva quando due dispositivi sono posti a breve distanza.
Alcuni dibattiti si sono scatenati sull’effettiva funzionalità dell’app, dal momento che gli utenti possono scegliere se usarla o meno. L’app non è infatti obbligatoria, ma la scelta di scaricarla è facoltativa.
Facendo riferimento ad alcuni Paesi che hanno già utilizzato tale tecnologia, si è manifestato il dissenso di alcuni utenti. Le obiezioni si basano sul fatto che ad esempio, a Singapore, solo il 18% degli abitanti ha scaricato l’app e di questi, solo il 50% ha scelto di attivarla. Dunque, su sei milioni di abitanti, circa mezzo milione l’ha effettivamente usata.
C’è chi invece non la pensa così. Come riferisce Agi, il professore del Politecnico di Milano Stefano Zanero ha spiegato che questo tipo di tecnologia, fatta da un player riconosciuto a livello internazionale, può invece efficace. L’Italia disporrà, per la fase 2, di uno strumento quanto meno utile per il tracciamento dei contatti. Nella speranza che questo mezzo possa rivelarsi il più efficace possibile, accogliamo al momento il lancio mediatico di “Immuni”.
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Fabio Amicosante
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