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Corpus Domini, il Papa all’Angelus: l’Eucaristia ci mostra l’insegnamento più grande

L’Eucaristia non è premio dei santi ma pane dei peccatori: lo ha ricordato il Papa in piazza San Pietro, durante l’Angelus per la Solennità del Corpus Domini.

Photo: Vatican News

La misericordia di Gesù non ha infatti paura delle nostre miserie, e questa è una certezza su cui il cristiano può fare affidamento in ogni momento della propria vita. Entrando nel merito della Solennità del Corpo e Sangue di Cristo, il Corpus Domini, e ripercorrendo la vicenda dell’Ultima Cena di Gesù con l’istituzione dell’Eucaristia, ci sono molti aspetti su cui potersi soffermare.

L’Eucarestia guarisce perché unisce a Gesù

Molti di questi ne ha toccati il Pontefice durante il suo intervento. Temi come forza e fragilità, amore e tradimento, peccato e misericordia, ci ricordano infatti che siamo davanti al “sacramento più grande”, quello cioè del Pane di vita che il Signore ha donato ai suoi figli e all’umanità intera.

La guarigione dovuta all’Eucarestia è infatti tale proprio perché unisce a Gesù, rendendoci parte di lui e quindi permettendoci anche di assimilare il suo modo di vivere, e di conseguenza anche la sua capacità di spezzarsi e donarsi ai fratelli. Vale a dire di mettere in pratica uno degli insegnamenti più eroici che ci ha lasciato, quello cioè di rispondere al male con il bene, e di farlo in maniera radicale, fino all’ultimo momento dell’esistenza, allo stremo della sofferenza.

Il Signore ci dona ogni giorno il coraggio di uscire da noi stessi

Il Signore ci dona ogni giorno, infatti, il coraggio di uscire da noi stessi, quello che ci permette di chinarci con amore verso le fragilità altrui. Santificando ogni gesto quotidiano per semplice ragione che si tratta dello stesso atteggiamento che Dio ha con noi, e permettendo così di realizzare, per un piccolo frammento, il Suo Regno su questa terra.

La logica dell’Eucaristia è infatti una logica di amore infinito e incondizionato, ha ricordato il Papa durante l’Angelus. Quella logica che ci ricorda come, sottolineano i media vaticani, “riceviamo Gesù che ci ama e sana le nostre fragilità per amare gli altri e aiutarli nelle loro fragilità“.

Gesù ci mostra che la cosa più grande è servire

Una logica, quindi, che si può definire nuova, e che Papa Francesco ritrova quindi in quel “gesto umile di dono, di condivisione” in cui Gesù ci mostra che non consegna pane in abbondanza per sfamare le folle, ma al contrario giunge al sacrificio estremo e superiore, quello di offrire sé stesso per la salvezza dell’umanità, per la redenzione che conduce alla vita eterna.

In questo modo Gesù ci mostra che il traguardo della vita sta nel donarsi, che la cosa più grande è servire. E noi ritroviamo oggi la grandezza di Dio in un pezzetto di Pane, in una fragilità che trabocca amore e condivisione”, ha affermato il Papa, ricordando come l’Eucarestia rivoluziona completamente il pensiero del mondo.

L’amore che ci ha mostrato Gesù si spezza per nutrire e dare vita

Grazie ad essa, infatti, la fragilità diventa forza, quella dell’amore che rendendosi piccolo permette di essere accolto, e non temuto. L’amore che ci ha mostrato Gesù è infatti un amore che si spezza e si divide per nutrire e dare vita, facendosi un frammento proprio per ricondurre l’intera umanità all’unità.

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Quando donato a chi ha compiuto errori, per di più, questo amore si rafforza, come mostra la vicenda del tradimento del discepolo, in cui “nel dolore più grande per chi ama” Gesù non punisce ma dona misericordia.

L’Eucarestia dona risoluzione ad ogni nostra miseria

Questo accade quando si riceve l’Eucaristia. Gesù infatti conosce ogni nostro peccato, ci è più intimo a noi di noi stessi, come affermava Sant’Agostino, ma nonostante tutte le nostre miserie e debolezze non rinuncia a unire la sua vita alla nostra. Mai. Perché sa bene che abbiamo bisogno di lui. Da qui si origina la sua esortazione, che ricorre ogni domenica proprio per via dell’amore infinito che ha nei nostri confronti: “Prendete e mangiate”.

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In questo modo nel nostre fragilità acquistano un nuovo senso, perché è lo stesso Gesù a ricordarci che siamo preziosi. La sua misericordia, infatti, certo “non ha paura delle nostre miserie”. Perciò ci guarisce dal provare risentimento verso chi ci ha fatto del male, dall’isolarci in noi stessi a causa della propria superbia, dal piangerci addosso e lamentarci senza trovare pace. Ad ognuna di queste fragilità, di queste chiusure come le chiama spesso il Papa, l’Eucarestia dona risoluzione.

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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