Ci sono alcuni progetti scolastici per scuole materne che prevedono meditazione e yoga, pratiche della religione induista, ma la scuola non dovrebbe essere laica?
Se un tempo l’ora di religione era una parte fondante dell’attività curricolare degli studenti da qualche tempo a questa parte, in nome della laicità e del rispetto delle diversità religiose, è diventata una pratica opzionale. Per non parteciparvi gli studenti non devono fare nemmeno la rinuncia, al contrario devono specificare se ci vogliono partecipare. Tale decisione è da ritenere corretta in una società che non è più etero genica nella fede e che comprende confessioni religiose differenti da quella cattolica e anche atei.
Il problema sorge quando qualcuno cerca di sostituire l’insegnamento cattolico con quello di altre forme di religione e questo, secondo quanto sottolineato dalla scrittrice Annalisa Colzi sul proprio blog è quanto stanno cercando di fare gli ideatori dell’Alice Project Universal Education School. All’interno del progetto, spiega la scrittrice, ci sarebbero la meditazione Trataka e lo yoga, due pratiche che, sebbene siano diventate un fenomeno di moda non culturale, in realtà sono la base della religione induista.
Meditazione Trataka e Yoga, perché queste pratiche sono da considerarsi religiose
Senza voler demonizzare le due pratiche, Annalisa Colzi spiega che la meditazione Trataca è uno dei passi dello yoga spirituale: “Questo tipo di meditazione è legata alla sesta tappa dello yoga, chiamata Dharana”, scrive la scrittrice che poi ne spiega la funzione: “Fissare un oggetto esterno, come un punto luminoso o interno, come immagine evocata nella mente per acquietare il flusso disordinato dei pensieri”. Lo stesso Yoga, una forma di stretching nella versione occidentale, se accompagnato dalla recitazione dei mantra serve a risvegliare la Kundalini e liberare i Chackra, un percorso che serve: “per spezzare il ciclo delle reincarnazioni attraverso il raggiungimento del Samadhi”. Dopo aver spiegato l’origine delle due pratiche, la Colsi si augura che tale progetto, se approvato, venga reso opzionale esattamente come l’ora di religione.
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Luca Scapatello
Fonte: Blog di Annalisa Colzi