Chiediamo spesso ai sacerdoti di benedire noi, i nostri cari, la nostra casa o un oggetto di devozione. Ma siamo consapevoli di ciò che accade veramente in quei momenti?
L’invocazione spesso più utilizzata è: “Padre, mi benedica!”. I non credenti rilegheranno questo atteggiamento a una sorta di superstizione magica, invece la realtà è ben altra.
Si tratta infatti di una vera e propria lode, compiuta dal sacerdote nei confronti del fedele al fine di ottenere aiuto e protezione. Ma oltre a questo, è anche una benedizione che sale dalla terra per benedire Colui che è l’Amore più grande di tutti.
Come afferma infatti il Salmo 66,8: “Popoli, benedite il nostro Dio, fate risuonare la voce della sua lode”. Il verbo benedire significa infatti letteralmente “dire bene”, e questo lo si può fare di una persona o una cosa. Un po’ come consegnare il proprio cuore a quella persona o a quell’oggetto.
Nel momento della benedizione, infatti, è sufficiente pregare nel proprio intimo, ad esempio dicendo: “Padre benedico la tal persona o la tal cosa”, “Padre benedico me e ti ringrazio per quel che hai fatto di me”, “Padre benedicimi per il Sangue di Gesù”.
Bisogna poi però fare attenzione alle diverse sfumature. La benedizione, infatti, non è un sacramento ma un sacramentale. Una differenza non da poco, in quanto è la Chiesa stessa che ha istituito i sacramentali, definendoli dei segni sacri per mezzo dei quali si donano e ottengono effetti spirituali. Come una sorta di “imitazione” dei sacramenti, e a spiegarlo è lo stesso Catechismo della Chiesa cattolica.
“Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita” (CCC 1667). In sostanza i sacramentali dispongono a ricevere la grazia, diversamente dai sacramenti, che hanno un canale di comunicazione diretto con la Grazia stessa che stanno a significare.
I sacramentali inoltre comportano sempre una preghiera, la lettura della Parola di Dio, un gesto. Che può essere imporre la mano, fare il segno della croce, aspergere con l’acqua benedetta. Proprio come faceva Gesù quando nel Vangelo benedice bambini e alimenti. Fin dai primi secoli, infatti, nella Chiesa si svilupparono riti e formule di benedizione anche al di fuori della liturgia, oltre che ovviamente all’interno della stessa. Sempre puntualmente accompagnate dal segno della croce.
Nel Medioevo queste gestualità si andarono sviluppando e accrescendo ampiamente, e non a caso il libro delle benedizioni più antico in Occidente, detto Benedizionale, risale al settimo secolo. Le formule che vi sono contenuto hanno in maniera principale lo scopo di rendere gloria a Dio per i suoi doni, di chiedere i suoi favori ma anche e soprattutto di sconfiggere il potere del demonio.
In questo formulario si trovano benedizioni per persone, oggetti, luoghi, della mensa, della campagna, degli animali, dei mezzi moderni di lavoro. Segno dell’estensione dell’amore della Chiesa, riflesso di quello di Dio, sulla totalità della vita dell’uomo, abbracciando così tutti e tutto.
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La Madonna a Medjugorje affermò: “Se voi sapeste cosa è la benedizione le chiese sarebbero piene”. Benedire e chiedere la benedizione ai sacerdoti e ai vostri genitori è quindi un po’ come consegnare la parte buona del vostro Spirito e allo stesso tempo ricevere il bene dal loro Spirito.
La cosa più importante di quando si chiede una benedizione non è tanto chiederla su tutto ma apprestarsi a riceverla col cuore, e al contempo preoccuparsi anche di benedire noi stessi, dicendo cioè a una cosa o a una persona che è “buona”, e aiutandola in questo modo ad essere nelle mani del Signore. Si possono poi usare formule più articolate per farlo, ma anche frasi molto semplici, come “Dio ti benedica”, e se solo i sacerdoti possono farlo per ministero, tutti i cristiani possono benedire per volontà. Le benedizione infatti porta grande gioia, pace e libertà.
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Ogni segno di croce fatto con fede è già un segno di benedizione, e ogni uomo unito a Dio può compiere la Redenzione ogni volta che fa un segno di croce. Per questo bisogna anche ricordare di benedire e perdonare i nemici, o allo stesso tempo non correre dietro chi non desidera ricevere alcunché, lasciando tranquilli gli animi. Dicendo, al massimo, quando lo si sente nel cuore, che “Dio ti benedica”!
Giovanni Bernardi
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