Una catechesi di Padre Barnaba Hechich parlava delle situazioni migliorabili a Mediugorje, in relazione al comportamento dei fedeli, che non rispecchia sempre una devozione autentica e consapevole.
1. Bisogna sapere, in primo luogo, che non tutti i messaggi che parlano di apparizioni (specie se annunciano catastrofi e sciagure) provengono da quel luogo santo; molti sono frutto dell’immaginazione di persone psichicamente deboli, mossi dallo “sdegno contro i disordini morali, che affliggono la società moderna e la chiesa di Dio. Nel loro zelo e nel loro desiderio di estirpare i mali, queste persone ricorrono allo stile “apocalittico”, alle minacce, allo spauracchio”.
Ricordiamo che il nostro è il Dio della pace e della serenità, non della guerra e che “Dio non ci vuole vedere nell’inquietudine; egli ispira fiducia, non terrore”.
Non vuole, certamente, che ci facciamo ingannare da falsi profeti, a loro volta ingannati dal maligno.
2. Bisogna anche imparare a rispettare la privacy dei veggenti e delle loro famiglie. Loro sono duramente provati, nel corpo e nello spirito, dal compito loro assegnato dall’Altissimo, non potrebbero avere la forza di ascoltare i problemi e le angustie di tutti.
Del resto, non servirebbe a nulla raccomandarsi a loro: “Arrivano migliaia di persone, se ognuna raccontasse loro in dettaglio le proprie situazioni, i veggenti dovrebbero trasformarsi in supermoderni computer, per memorizzare tutte le particolarità che vengono loro raccontate.
La Madonna conosce le necessità di ognuno. E’ quindi inutile affannarsi a raccontare ai veggenti quello che la Madonna già sa!”.
3. Inoltre, molti fedeli amano vantarsi delle loro offerte e questo non è caritatevole: “Alcuni arrivano al punto di voler imporre al personale della parrocchia le loro soluzioni e i loro punti di vista. Assistiamo, così, al disgustoso proliferare di tali impronte personali: immagini, quadri, statue, croci, rosari, scritte, lapidi, che vengono collocati, da privati, nella chiesa, nella canonica, nei dintorni”.
4. Ribadiamo che, chi si reca a Medjugorje deve avere un abbigliamento adatto ad un luogo sacro: “Pantaloncini troppo corti, scollature e minigonne vertiginose non fanno certamente onore alle persone interessate. I padri della parrocchia il più delle volte non possono intervenire; ma ognuno dovrebbe avere il buon senso e il buongusto di vestirsi secondo le esigenze del luogo e la modestia cristiana”.
5. Molti fedeli, poi, che si recano in pellegrinaggio a Medjugorje, sbagliano il modo di confessarsi e questo non dovrebbe succedere nemmeno in altri confessionali: “Molti, anziché riconoscere i propri peccati, cercano di giustificarli o di attenuarne la responsabilità; molti dimostrano di aver più bisogno del psicoterapeuta, che del confessore”.
Antonella Sanicanti
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