Saranno commoventi le parole di coloro che Papa Francesco scelto per la meditazione delle 14 stazioni nel Venerdì Santo. Le loro meditazioni racconteranno aspetti molto delicati dei tempi che stiamo vivendo.
Non mancano tuttavia delle polemiche, che non colgono la volontà del Pontefice di unire in maniera profetica anche coloro che in questo momento sono i più lontani in assoluto.
La quotidianità delle famiglie, le gioie dell’amore, i problemi delle coppie e la preoccupazione per i figli, la sofferenza della malattia o il dolore per la perdita del coniuge. Ma anche il dramma della guerra e l’asprezza delle migrazioni. Questi soltanto alcuni dei tempi che verranno affrontati durante la Via Crucis che questo venerdì si svolgerà al Colosseo, a Roma, con Papa Francesco.
La Passione di Cristo insomma troverà incarnazione nella vita dei suoi figli, in tante storie più o meno dolorose che compongono però la quotidianità umana. Stazione per stazione, si alterneranno una coppia di giovani sposi, una famiglia in missione, da sposi anziani senza figli, una famiglia numerosa, una famiglia con un figlio con disabilità, una famiglia che gestisce una casa famiglia, una famiglia con un genitore malato.
Ancora, una coppia di nonni, una famiglia adottiva, una vedova con figli, una famiglia con un figlio consacrato, una famiglia che ha perso una figlia, una famiglia ucraina e una famiglia russa e una famiglia di migranti. Sono loro le famiglie che Papa Francesco ha voluto protagoniste della Via Crucis di quest’anno dedicato alla famiglia, a cinque anni dall’esortazione apostolica Amoris laetitia e che si concluderà con il decimo Incontro mondiale delle famiglie in programma a Roma dal 22 al 26 giugno.
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Tra queste, alcune testimonianze estremamente commoventi. Come quelle della quinta stazione, meditata da due sposi con 42 anni di matrimonio, 3 figli naturali, 9 nipoti e 5 figli adottivi non autosufficienti e con problemi psichici. “Gesù è flagellato e coronato di spine”, affermano nella meditazione riportata dai media vaticani.
“Non meritiamo tanta benedizione di vita. Per chi crede che non sia umano lasciare solo chi soffre, lo Spirito Santo muove nell’intimo la volontà ad agire e a non rimanere indifferenti, estranei” spiegano, aggiungendo che “il dolore riporta all’essenziale, ordina le priorità della vita e restituisce la semplicità della dignità umana”. Saranno poi le stesse famiglie a portare anche la Croce nell’Anfiteatro Flavio, durante l’evento che sarà trasmesso in mondovisione e in cui tutti si raccoglieranno in silenzio, ricordando la crocifissione e morte di Gesù che precedette la sua gloriosa Resurrezione.
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Eppure non sono mancate anche stavolta le polemiche. In questo caso, da parte dell’Ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andriy Yurash, che in un tweet ha attaccato la decisione del Papa di far portare insieme la croce anche a una famiglia ucraina e una russa. Non capendo però, tristemente, che l’intenzione di Bergoglio in un momento così importante per la cristianità e doloroso, in quanto si fa memoria della morte del Salvatore, è quella di unire gli esseri umani davanti alla Croce causata dal maligno e dal peccato del mondo, che unisce tutti i popoli e i suoi figli che diventano fratelli sotto un unico padre.
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