Vogliamo qui rappresentare una istanza che ci riguarda : cosa chiede l’Italia cattolica al nuovo Governo?
Pare che finalmente ci siamo e l’Italia avrà un nuovo Governo, presieduto dall’avvocato Giuseppe Conte e sostenuto trasversalmente sia dalla Lega di Matteo Salvini che dal Movimento 5 Stelle di Luigi di Maio.
Non consideriamo il risultato delle urne un dogma assoluto, né crediamo che l’unica forma di governo possibile e legittima sia il sistema democratico-parlamentare, come si è diffuso universalmente nell’ultimo mezzo secolo.
Anzi, siamo tra coloro che notano delle aporie, delle criticità e dei pericoli nella democrazia contemporanea, il cui unico valore di riferimento sembra essere la Costituzione del 1948 (su cui l’argomentata analisi di Ennio Innocenti e Pierpaolo Salieri, Critica alla Carta Costituzionale d’Italia, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, 2016). Per non parlare delle ambiguità del cosiddetto suffragio universale, o dell’assioma – discutibilissimo – maggioranza = verità. Don Innocenti, ben noto teologo romano, scriveva nel pamphlet qui sopra, che “E’ dunque ora che ripensiamo criticamente l’adesione dei cattolici italiani al costituzionalismo moderno, il loro cedimento nella formazione della Carta Costituzionale, la loro succube inerzia sotto il dominio del principio immanentista liberale” (p. 28). D’altra parte, “Un ordinamento giuridico (…) presuppone un sistema di valori, una concezione del mondo che è precedente ad esso e che ne determina i tratti essenziali e caratterizzanti” (p. 29). Cosa dire della Costituzione e del nostro sistema giuridico vigente? Quanto meno che esso non ha impedito le derive etiche di cui siamo spettatori ogni giorno, e le notevoli manomissioni note (come l’assurdo diritto all’aborto), specie in tema di diritto di famiglia e di diritto penale.
Sembra però che il nuovo Governo abbia la volontà di servire il popolo e non di servirsi di esso come è capitato negli anni recenti, cambiando il paradigma demagogico recente e mettendo al centro la persona e i suoi veri e fondamentali diritti e doveri. Lo vedremo presto, senza pie illusioni né critiche a priori.
D’altra parte, non è vero che il Magistero della Chiesa abbia accettato in toto la logica del sistema democratico-popolare recente, come ho cercato di dimostrare in un libretto già vari anni fa (cf. Fabrizio Cannone, La democrazia in Giovanni Paolo II, Fede & Cultura, 2008).
Tra le critiche più efficaci alla logica che sembra presiedere al sistema democratico (demagogico) attuale, vi sono le osservazioni di Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae. Scrive il Pontefice: “In ogni caso nella cultura democratica del nostro tempo si è largamente diffusa l’opinione secondo la quale l’ordinamento giuridico di una società dovrebbe limitarsi a registrare e recepire le convinzioni della maggioranza e, pertanto, dovrebbe costituirsi solo su quanto la maggioranza stessa riconosce e vive come morale (…). In realtà, la democrazia non può essere mitizzata fino a farne un surrogato della moralità o un toccasana dell’immoralità. Fondamentalmente, essa è un ‘ordinamento’ e, come tale, uno strumento e non un fine. Il suo carattere morale non è automatico, ma dipende dalla conformità alla legge morale a cui, come ogni altro comportamento umano, deve sottostare” (nn. 69-70, corsivi miei).
Ebbene, perfino nell’ultima opera scritta da Papa Woytjla lo stesso anno della sua morte (cf. Memoria e identità, Bur, 2005), si esprimevano concetti simili. La democrazia formale non ci preserva, in modo automatico, dal nuovo totalitarismo del politicamente corretto. Solo un cieco può negarlo.
Tutto questo per significare che è la difesa del bene comune che deve animarci nell’ambito politico, e non le logiche parziali dei partiti, delle ideologie e delle consorterie.
Quindi, cosa chiede il cattolicesimo italiano più consapevole e cosciente del proprio ruolo storico al Governo Conte-Salvini-Di Maio appena sorto e già censurato dai poteri forti di mezzo mondo?
Le 3 cose che chiediamo al nuovo Governo
1.La fine del laicismo di Stato. Da troppo tempo la politica italiana ha favorito, in ogni modo, l’estromissione del cristianesimo dalla sua cultura pubblica e uficiale. L’Italia però nasce con san Benedetto, con san Francesco, con Dante Alighieri e con la cristianizzazione della Penisola, in tutte le sue parti, avvenuta nei lunghi secoli medievali. Senza Chiesa e senza primato di Roma, non c’è Italia. E visto che queste radici non sono mere astrazioni, è bene promuoverle in concreto. Iniziando col rimettere le recite di Natale e i presepi nelle scuole, i crocifissi nelle aule pubbliche (non dispiaccia a qualche vescovo), un controllo più stretto sul dilagante anticlericalismo in tv e negli spettacoli, e in generale una moralizzazione della vita pubblica e privata dei cittadini, per esempio lottando contro il flagello della pornografia (cf. Teobaldo Vinciguerra. Pornografia. Cosa ne dice la Chiesa?, San Paolo, 2017). E’ giusto proporre la tolleranza e l’inclusione di ogni diversità etnica e culturale, e al contempo escludere la storia e la tradizione d’Italia? Evidentemente no. Nei libri di scuola deve tornare il prima possibile la storia cristiana della nostra nazione, storia che ha il ritmo di un’epopea, da Costantino sino all’Unità nazionale.
2.La difesa della famiglia naturale. Dal 1968 al 2018 tutte le politiche che sono state fatte in Italia hanno bersagliato la famiglia. In ogni modo possibile. A livello economico, a livello giuridico, a livello psicologico perfino. La famiglia italiana, la famiglia di tradizione cristiana deve essere sostenuta, incoraggiata (anche a livello materiale), promossa nelle istanze che contano. Il suo ruolo educativo deve essere riconosciuto come primario e indiscusso, rispetto a tutte le altre agenzie educative, inclusa la scuola o la parrocchia. E’ auspicabile nella stessa vena una critica all’individualismo forsennato e alle associazioni anti-famiglia che pullulano e inquinano la società e il bene comune dei cittadini. La missione primaria della donna è quella di trasmettere la vita e da noi lo si fa troppo poco, spesso in nome del carrierismo più egoistico e anti-sociale. L’Italia ha bisogno di figli più che di euro e di spread, ma i figli vanno educati e co-educati da un padre e una madre certi e stabili. Il Governo si proponga di aiutare le famiglie e certamente farà qualcosa di lungimirante e di storico.
3.La sicurezza sociale, specie nel contrasto all’immigrazione di massa. Non c’è pace, non c’è vivibilità sociale, né serenità senza la sicurezza delle strade e del domicilio. Gli stranieri in Italia tra clandestini e naturalizzati, migranti e non, ammontano a vari milioni. Forse una decina. Non si parli allora di poca solidarietà se si avverte il bisogno vitale di contrastare un’immigrazione ormai incontrollata, invasiva e dannosa per tutti. Chi non riesce a lavorare delinque: è ovvio. E in Italia la disoccupazione è alle stelle. Far venire deliberatamente milioni e milioni di stranieri, di qualunque razza e colore siano, non è una soluzione. Senza italiani, sparisce l’Italia. Senza europei, finisce l’Europa. Il problema della compatibilità della nostra identità storica con l’Islam esiste ed è innegabile, tranne che per gli ideologi e gli utopisti (con l’attico in centro…). L’Italia cattolica, assieme a tutte le persone di buon senso, chiede al nuovo Governo di ristabilire i confini, di avere una giustizia giusta e delle pene severe per chi delinque, specie per chi danneggia il cittadino inerme (come il bambino, la donna o l’anziano). Controllo dell’immigrazione e delle frontiere, esilio a chi ha commesso delitti e rifiuto della nazionalità a chi non la merita.
Se questi tre assi strategici saranno recepiti dal Governo di Giuseppe Conte c’è da sperare in un futuro migliore del presente. E non è davvero poco.
Fabrizio Cannone