È una sofferenza con cui inevitabilmente tutti facciamo i conti nel corso della vita: come possiamo allora rielaborare il dolore per la morte di una persona a noi cara?
La sofferenza, la mancanza, l’assenza: pregare è la nostra arma di conforto per eccellenza. Ma, a questa, possiamo affiancare un altro elemento.
Il dolore per la perdita di un nostro caro, costantemente si ripresenta, ogni volta che pensiamo a quella persona che ci ha lasciati. Loro sono sempre con noi, ogni giorno ed ogni momento della nostra vita. Ci seguono e ci sostengono in ogni nostra quotidiana azione, anche se non sono materialmente e fisicamente presenti con noi.
Pregare per loro li aiuta, li accompagna (se non ci sono ancora) verso il Paradiso. Perché per se stessi, loro non possono più pregare: hanno bisogno di noi e della nostra costante preghiera, che permette loro di camminare e di avvicinarsi al Paradiso.
Sappiamo bene che elaborare un lutto non è facile, certe volte sembra impossibile. Un macigno troppo grande da sopportare. Chiediamo a Dio perché proprio quella persona ci è stata tolta e, spesso, non riusciamo a consolarci. Maria, madre del suffragio, è colei che ci sostiene, che sostiene tutte le Anime del Purgatorio. Perché ricordiamolo: la preghiera è la principale arma per il nostro dolore.
Se da un lato c’è la preghiera, aiuto fondamentale, dall’altro può esserci un altro elemento, utile per rielaborare il dolore per la perdita di una persona a noi cara. Molte volte, un libro può essere un’esperienza che ci aiuta ad affrontare e vivere il dolore, comprendendolo meglio e, anche (in alcuni casi) allentando la sua presa su di noi.
Quali sono i libri che possono aiutarci? Di certo quelli che ne parlano, in maniera diretta o meno, della morte o della sofferenza. Ma anche quelli che affrontano grandi temi esistenziali, fra cui quelli che si incentrano “sul perché noi viviamo e siamo qui su questa terra”.
Sembrano temi forti, apparentemente troppo grandi per aiutarci ad affrontare un dolore così. Ed invece leggere di questi temi, può avere uno scopo terapeutico, primo su tutti quello di farci riscoprire il nostro essere umani, con tutte le fragilità e le debolezze. Ma consci che un giorno ci ricongiungeremo con i nostri cari, che ci hanno preceduto nella vita eterna.
Il mistero della vita umana: la sua grandezza, ma anche la sua fragilità. Fra questi grandi testi, il primo su tutti, è la “Divina Commedia” di Dante Alighieri, che ci aiuta ad affacciarci, anche in maniera allegorica, verso i tre regni dell’aldilà.
Ma anche i drammi della letteratura greca, come quelli di Sofocle ed Euripide, possono aiutarci a dare un senso alla sofferenza che proviamo. Oltre questi testi classici, segnaliamo “Una questione di morte e di vita” dello psicoterapista esistenziale Irvin Yalom.
Sono, anche questi, preziosi strumenti per aiutarci ad elaborare un’assenza. Ci aiutano a comprendere come, la sofferenza non è qualcosa di insormontabile, ma che può esser affrontata.
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