Nell’omelia di questa mattina a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha indicato nei soldi, nella vanità e nelle chiacchiere i tre elementi distruttivi della società.
Il Santo Padre ha invitato i fedeli a sfruttare questo periodo di silenzio e inattività per riflettere e pregare, così da migliorare noi stessi durante la pandemia.
Il silenzio come maestro d’ascolto e comprensione
Nel corso dell’omelia di questa mattina da Casa Santa Marta, il Santo Padre ha parlato dell’attuale situazione di costrizione in cui si trova la maggior parte del mondo. Lo ha fatto invitando i fedeli a sfruttare questo anormale silenzio che ha generato il Coronavirus come insegnamento. Come fare? Ecco il consiglio di Papa Francesco: “In questo tempo c’è tanto silenzio. Si può sentire il silenzio, che questo silenzio che è un po’ nuovo nelle nostre abitudini ci insegni ad ascoltare ci faccia crescere nella capacità di ascolto. Preghiamo per questo”.
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Per ascolto il Santo Padre intende certamente l’attenzione nei confronti del prossimo, ma anche e soprattutto la capacità di ascoltare la voce di Dio. Se si riesce in questo lo Spirito Santo è disceso in noi e tutto il resto viene da sé. Non a caso poco dopo spiega: “Non possiamo prendere lo Spirito Santo, soltanto possiamo lasciare che Lui ci trasformi e la nostra docilità apre la porta allo Spirito Santo ed è Lui che fa la trasformazione, la rinascita”. Con lo Spirito Santo come guida si può creare una perfetta armonia nella propria interiorità e anche all’interno di un’intera comunità.
Papa Francesco: “L’armonia viene distrutta dai soldi, dalla vanità e dalle chiacchiere”
Una volta raggiunta l’armonia la si deve difendere dai nemici più insidiosi della società moderna. Nemici che attentano all’armonia sin da quando l’essere umano ha costituito le società. Ma di quali nemici parliamo? Il Santo Padre ne identifica tre: soldi, vanità e chiacchiere. Proprio l’interesse economico è ciò che genera la sofferenza, motivo per cui la povertà è la strada maestra: “l’amore dei soldi divide la comunità, divide la chiesa, per questo la povertà è la madre della comunità. La povertà è il muro che custodisce la comunità mentre i soldi dividono”.
Un altro aspetto divisivo della comunità è la voglia di primeggiare ed apparire di alcune persone: “Un’altra cosa che divide una comunità è la vanità, la voglia di sentirsi migliori degli altri, la vanità nel farmi vedere, la vanità nelle abitudini, nella celebrazione di un sacramento. La vanità divide perché ti porta a fare il pavone”. Infine ci sono le chiacchiere, strumento che divide ed emargina le persone e che va evitato con tutte le nostre forze. In conclusione il Pontefice invita i fedeli: “Chiediamo al Signore questa docilità allo Spirito perché Lui ci trasformi e trasformi le nostre comunità per andare sempre avanti nell’armonia che Gesù vuole per la comunità cristiana”.
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Luca Scapatello