Un dolce iconico della città di Napoli ha un’origine inaspettata che si lega alla santa peruviana. Scopriamo cosa c’è da sapere su questa specialità così amata e come realizzarla in casa.
Santa Rosa da Lima nacque in questa città del Perù nel 1586 e fu una terziaria domenicana. Dedicò la sua esistenza ad opere di carità per i più bisognosi.
Poi, ad un certo punto condusse una vita quasi claustrale nella propria casa per dedicarsi alla penitenza e alla preghiera. Si narra che ricevette numerose visioni mistiche fino alla sua morte che avvenne nel 1617.
La sua memoria liturgica ricorre il 23 agosto e a lei, il cui culto si diffuse fino in Italia dove sorsero dei monasteri a lei dedicati.
Proprio nel Convento di Santa Rosa a Conca dei Marini nella costiera amalfitana, in provincia di Salerno ha origine un dolce che nel tempo è diventato iconico di tutta la Campania e in particolare della città di Napoli.
Si tratta della celeberrima Sfogliatella che viene chiamata appunto Sfogliatella napoletana, ma ha anche il nome di Sfogliatella Santa Rosa.
La storia è abbastanza antica, risale ad un periodo tra il Seicento e il Settecento quando una suora inventò questo dolcetto con degli avanzi.
Come accaduto anche per altri cibi nati casualmente da un errore o da un estemporaneo tentativo di creare qualcosa di nuovo, la suora usò della semola cotta che era rimasta da una precedente preparazione e la mise insieme a del latte e all’impasto lievitato del pane.
Vi aggiunse anche altri ingredienti che si ritrovava in cucina e così, in modo del tutto casuale, nacque la sfogliatella a cui diede la tipica forma a conchiglia con cui è diventata inconfondibile.
Nel corso del tempo la sfogliatella subì molte modifiche ed evoluzioni, tanti cambiamenti che la portarono ad essere come quella che noi oggi conosciamo.
Il legame con Santa Rosa sta proprio nel nome originario che le fu attribuito proprio in considerazione del fatto che fu ideata da una suora di quel convento ed espressamente realizzata in suo omaggio.
Nella ricetta originale era previsto l’uso della sugna che però in una versione più contemporanea è stato sostituito con il burro. Inoltre non c’erano le uova, che sono state aggiunte successivamente e che danno una migliore consistenza alla pasta.
Le sfogliatelle si conservano in frigorifero fino a un massimo di 2 giorni ed è anche possibile congelarle in freezer dove possono stare per 1 mese. Le dosi di questa ricetta sono per 20 sfogliatelle.
Per la pasta:
Per la farcitura:
Per decorare:
Per prima cosa bisogna preparare la pasta frolla. Disporre a fontana la farina setacciata. Mettere al centro il burro a temperatura ambiente a pezzetti e il pizzico di sale.
Iniziare poi ad impastare con la punta delle dita e amalgamare bene. Disporre di nuovo il composto a fontana e versare al centro i tuorli e lo zucchero.
Subito dopo, continuare ad impastare con cura per ottenere un impasto liscio bagnando le mani, se necessario per agevolare, con acqua fredda.
A questo punto formare una palla, avvolgerla nella pellicola per alimenti e metterla a riposare in frigorifero per 1 ora.
Nel frattempo preparare il ripieno. Portare a bollore il latte e versare il semolino a pioggia.
Lasciar cuocere per 5 minuti mescolando ininterrottamente. Togliere dal fuoco, mettere in una ciotola e lasciar raffreddare.
Poi, setacciare la ricotta, unirvi gli altri ingredienti: le scorze di arancia candita tritate in modo sottile, l’acqua di fiori d’arancio, lo zucchero a velo, le uova e il semolino. Mescolare bene. La crema che si otterrà deve essere liscia e densa.
A questo punto non rimane che stendere la pasta in forma rettangolare e mettere cucchiai di ripieno a distanza di 10 cm l’uno dall’altro. Subito dopo ripiegare e chiudere.
Infine con un coppa pasta ricavare dei dischi di 6-7 cm. Trasferirli su una teglia rivestita con carta da forno e con il tuorlo sbattuto con il latte spennellare la superficie e modellare dando così la tipica forma a conchiglia.
In ultimo, cuocere in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti fino a quando le sfogliatelle saranno dorate. Per completare cospargere con una generosa spolverata di zucchero a velo.
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