Tutti, o quasi, pensano che il padre dell’evoluzionismo sia un acceso sostenitore della non esistenza di Dio. Le cose però non stanno esattamente così, al contrario ci sono dei dettagli che pochi conoscono e che sono a dir poco sconvolgenti.
Fin dall’inizio della vita del famoso scienziato, la fede ha rappresentato una componente fondamentale, fino ad avere uno scontro mai del tutto risolto, per ragioni che ha continuato a spiegare.
Charles Darwin, il padre della teoria evoluzionistica che secondo molti dimostra la non esistenza di Dio scagliandosi contro i cosiddetti “creazionisti”, non era credente. Tuttavia, dalla sua vita emerge un fatto di cui molti tacciono: Darwin non ha mai escluso il disegno di Dio. Da giovane il futuro scienziato era infatti un convinto sostenitore della Parola di Dio, tuttavia nel tempo finì per abbandonare il suo credo religioso.
La gioventù da cristiano e poi il ripensamento
In gioventù scrisse diversi articoli anche sui missionari cristiani e su quanto ad esempio questi avessero a suo avviso contribuito al bene delle popolazioni indigene, ad esempio allontanandoli da pratiche brutali come il sacrificio umano e l’infanticidio. In sostanza, dai suoi scritti giovanili emergeva una convinzione riguardante la forza civilizzatrice del Vangelo.
Negli anni, nel corso dei suoi studi, finì per allontanarsi dalla fede nella Bibbia e nella Rivelazione cristiana, senza tuttavia mai abbandonare del tutto quella nell’esistenza di Dio. Tanto che era sua abitudine dichiararsi “agnostico”, e non ci fu mai una vera e propria rottura con la dottrina cristiana in senso lato. Non a caso, in fondo al suo testo più importante, “L’origine della specie”, Darwin sottolinea che la sua teoria non è contro l’idea che esista un Creatore.
Spiegò al contrario per tutta la vita che semplicemente non riusciva a capire l’esistenza di io, influenzato quindi dai suoi studi di natura scientifica che lo hanno portato a ragionare in una maniera molto più razionalistica. La sua definizione di agnostico era quella di un uomo a metà strada tra chi crede in un Creatore e chi non crede, insomma la sua non era una risposta definitiva ma la certificazione di un giudizio “in sospeso”.
Le parole di Darwin sull’esistenza di Dio
Darwin si diceva infatti “propenso a guardare ad ogni cosa come il risultato di leggi progettuali”, ma allo stesso tempo affermava che “non posso accontentarmi di vedere questo meraviglioso Universo e soprattutto la natura dell’uomo e di dedurne che tutto è il risultato di una forza cieca”.
In sostanza, spiegava lo scienziato, “non posso pensare che il mondo così come lo vediamo, possa essere il risultato del caso; eppure non posso guardare ogni singola cosa separata come se essa fosse il risultato di un progetto”. Mentre spiegava infine di “percepire nel mio intimo che l’intera questione è troppo profonda per l’intelligenza umana”. “È come se un cane tentasse di speculare sulla mente di Newton”, commentava.
Oltre a queste, tra i primi scienziati che sostennero la sua teoria dell’evoluzione erano presente molti cristiani devoti, mentre al contrario tra i suoi oppositori era pieno di atei militanti. Darwin a tutto questo rispondeva spiegando che “io vedo, nel complesso, un disegno intelligente nella natura, crescita di complessità della vita e della storia che non è casuale, ma nel dettaglio mi sfugge”.
Tutto ciò perché secondo Darwin la ragione non era in grado di risolvere il problema dell’esistenza di Dio, che è ben diverso da credere a propri che non esista, come invece fanno gli atei più combattenti. Oggi l’evoluzionismo è cambiato molto, spesso in senso anti-cristiano e contro l’idea dell’esistenza di Dio, ma al contrario la scienza ogni giorno scopre importanti punti di incontro tra l’evoluzione del cosmo, della terra e della vita, e infine con quella del cuore dell’uomo.
Una linea unica che fa pensare a un disegno ben più alto di quello che la mente umana può affermare con le regole della scienza e della ragione, dimostrata dalle condizioni del cosmo al momento della nascita della vita, che sembrerebbero farla pensare come impossibile. ma nulla, si sa, è impossibile a Dio, è per questo l’uomo ritrova una centralità che secondo molto studiosi è da considerarsi propriamente biblica. Facendo pensare all’evoluzione come a un progetto armonico, guidato da un grande Compositore.