C’è una ragione che si nasconde dietro la lotta a tutto ciò che rimanda alla natura, per sostituirlo volutamente con un più vago sentimento positivo verso l’ambiente o la biologia, che rimanda direttamente alla volontà di sovvertire la realtà dell’essere umano per dominarlo con la tecnica, fino a cancellare Dio.
Viviamo in un mondo sotto molti aspetti impazzito. Tutto è spesso capovolto, la libertà diventa oppressione, l’autonomia diventa privazione di dignità.
Intellettuali fin dal secolo scorso avvertirono questo sovvertimento che tuttavia si fa sempre più pressante. Le parole dei Papi sembrano sempre più inascoltate. Le parole della società vengono usate per creare sempre più conformismo e ingiustizie. Il tecno capitalismo sta dominando in lungo e in largo nella società globale, rischiando di creare una nuova umanità, una post umanità transumana. Si pensa a modificare gli esseri umani con inserti tecnologici.
L’intelligenza umana diventa sempre più piccola e limitata di fronte allo strapotere delle macchine. Tutto questo si verifica in modo particolarmente brutale e significativo per quanto riguarda il rapporto dell’uomo con la natura e con le sue regole. Oggi nella discussione pubblica infatti sempre più la natura è sostituita dal termine molto più vago e ampio di “ambiente”.
L’uomo post-umano odia la natura perché vuole farsi Dio, e non c’è nulla più della natura che le ricorda che esiste un ordine naturale e una Creazione divina che va oltre la realtà prettamente umana. La natura è nata prima dell’uomo e a lui sopravvivrà, con le sue leggi immutabile che tuttavia l’uomo vuole in tutti i modi mutarle e sovvertirle.
La natura precede la volontà umana, come anche la sua libertà e il suo desiderio, perché nella natura vi è inscritta l’esistenza di Dio e di un ordine divino più grande dell’uomo. Nella natura l’uomo trova i suoi limiti e il suo destino, ed essa riafferma sempre il principio di realtà, che è ineludibile. Eppure per l’uomo contemporaneo che vorrebbe quasi venerare la natura, elevandola a un Dio pagano e panteista, non c’è nulla di più problematico del sentirsi affermare che esiste un ordine “secondo natura”.
Che vale per tutto, dalla famiglia alla vita o alle relazioni umane. Così è stato introdotto il concetto di ambiente, che starebbe a significare la natura svuotata di ogni suo senso del trascendente e immutabile. Se la natura è reale, l’ambiente ne è una sua rappresentazione privata del Creatore, di Colui che quella natura l’ha creata.
Che diventa un’etichetta, un marchio buono per ogni cosa, dalla politica al marketing, con la proliferazione di manifestazioni per l’ambiente, di grandi consessi internazionali per la salvaguardia ecologia, di prodotti bio a costi sopraelevati. Fino a nuove mode che prendono il posto di stili di vita, a volte persino ragioni di vita, dall’animalismo al veganesimo fino all’ecologismo stesso.
Un modo che fasce ricche della popolazione utilizzano per cercare di ripulire una coscienza spesso insoddisfatta e infelice. Anche la biologia è diventato un termine da contrapporre alla natura, basta guardare quando si parla di genitori biologici invece che di genitori naturali, tutto al fine di realizzare un nuovo uomo prodotto in laboratorio.
Un incubo spesso fatto passare come progresso attraverso l’uso di toni sentimentalistici e morbosi. Che sfociano in pratiche aberranti come l’utero in affitto, ma anche l’aborto o l’eutanasia. Non ci sono leggi di natura per l’uomo che vuole sradicare il senso naturale della vita e dell’umanità. Ma solo un ambiente da modificare a proprio piacimento, trasformandolo in cyberspazio e in realtà virtuale.
Se nella natura c’è anche il male, per l’uomo contemporaneo è la natura stessa ad essere il male, ad essere cioè qualcosa di creato da un creatore malvagio, il Grande Demiurgo o Grande Architetto, l’essere demoniaco venerato dalla massoneria e dalla corrente gnostica che vorrebbe rifare il mondo a propria immagine e somiglianza, piuttosto che a quella di Dio. La natura fa paura perché vi è inscritta la concezione dell’uomo e della vita che rispetta ciò che è sempre stato e che sempre sarà, l’esatto opposto di coloro che vorrebbero dominarla con la tecnologia fino all’instaurazione di una società transumana.
La guerra alla natura ha infatti come obiettivo ultimo non solo la sostituzione della realtà con una società dominata dall’alta attraverso strumenti tecnologici che possano imbrigliare l’umano fin nella sua essenza, nella sua natura per l’appunto. Ma soprattutto la cancellazione del divino, del trascendente, della realtà di Dio, colui che più di ogni altra cosa spaventa il principe di questa terra, il demonio.
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