Pare assurdo leggere queste due parole vicine, ma purtroppo qualcuno riesce a muovere anche la mano di una madre, contro la propria figlioletta indifesa, carne della propria carne, e ad uccidere.
Così anche la tenerissima Arina non è più con noi.
Era figlia di due persone separate, Sanda e Senad, che non ce l’avevano fatta a portare avanti il loro rapporto, nonostante la presenza della prole.
La donna, in seguito, aveva cominciato una relazione con un altro uomo e, da quel momento, il padre della piccola la vedeva sempre più di rado.
Purtroppo, la scelta di Sanda aveva dato inizio anche delle violenze sulla bambina, regolarmente denunciate dal padre che notava dei lividi sul corpicino.
Nessuno lo aveva preso, però, sul serio, nemmeno i servizi sociali -a quanto pare- che si erano limitati ad una visita di routine alla madre e a delle domande di circostanza.
Così passarono le settimane e un giorno Senad ricevette una telefonata in cui gli dicevano che sua figlia era ricoverata in ospedale.
La madre aveva spiegato, in un primo momento, che Arina aveva avuto un incidente domestico, ma la situazione si presentava troppo grave, perché fosse giustificabile con una semplice caduta.
La bambina presentava ai medici molte ossa rotte e contusioni in tutto il corpo. Adesso tutti capivano cosa le era capitato, ma ormai troppo tardi, poiché Arina, brutalmente maltrattata, non è sopravvissuta.
Senad ora chiede giustizia per la sua piccola ed ha fatto in modo che, la notizia di quello che la sua stessa madre le ha procurato, girasse tutta la Nazione, fino a giungere alle orecchie del Ministro della famiglia e degli affari sociali della Slovenia, luogo in cui è avvenuto il fatto.
Anja Kopac Mrak ha così detto: “Mi sento molto vicino al padre e alle sue sorelle (…), non ho parole per ciò che è successo. Questo è inconcepibile, scioccante e assolutamente inaccettabile: queste cose non devono accadere …”.
Adesso le indagini e i tribunali faranno giustizia, ma nessuno potrà ridare Arina al padre, disperato per la sua perdita.