I DONI DELLA FEDE E DEI MIRACOLI
É la manifestazione dello Spirito che rende presente la potenza di Dio qui e in questo momento all’interno della persona: per suo mezzo essa è in grado, senza razionalizzare umanamente né dubitare a nessun livello, di chiedere o di parlare nel nome di Gesù in maniera tale che ciò che essa Gli chiede o dice deve avvenire. Dio, che ispira la persona con questa fede, le concederà necessariamente quello che chiede.
La virtù della fede è un potere che i cristiani hanno sempre. É il dinamismo che sta dentro di loro e attraverso il quale essi acconsentono alle verità cristiane e normalmente agiscono persino in conformità ad esse (ad esempio frequentano la Messa). Questa fede viene prodotta dall’ascolto della Parola di Dio ed è la fede salvifica necessaria alla salvezza.
Il dono carismatico invece è costituito da un potere passeggero, attraverso il quale Dio muove la persona a pregare o ad agire con certezza. Per mezzo della fede carismatica Dio manifesta la Sua potenza attraverso una persona. Cristo per descrivere la fede carismatica ha affermato che sarebbe stata in grado di smuovere le montagne.
Possiamo dire che la virtù teologica è la “nostra” fede, dataci in permanenza (fin quando non pecchiamo contro la fede). Il dono carismatico della fede, invece, è la stessa “fede di Dio” che affluisce in noi in un dato momento, quando Dio desidera agire. Ovviamente, questo dono è strettamente collegato alla guarigione e ai miracoli.
La fede come noi la intendiamo è una condizione della mente, attraverso la quale la persona è disposta a prestar fede o ad assentire a quanto viene detto o a quanto accade. Così, quando ascoltiamo il racconto di un’avvenuta guarigione la persona potrà crederci, data la credibilità di chi racconta l’evento.
l dono carismatico della fede non è una condizione della mente, e neppure uno stato mentale della persona stessa o al quale essa possa giungere. É un dono divino elargito in un momento determinato e al quale la persona si arrende. É proprio questo tipo di fede, e nessun altro, che non manca mai di produrre risultati.
Quando la fede è un frutto dello Spirito:
Il dono carismatico della fede, invece:
Il frutto della fede è la pre-condizione necessaria all’esercizio di tutti i doni carismatici.
Vi troviamo esempi rilevanti di fede:
All’Esodo e all’azione di Mosè sono legati molti esempi di fede:
Nel Vecchio Testamento troviamo un altro famoso atto di fede in 1 Re 18, quando Elia confonde i profeti di Baal con la sua preghiera per ricevere il fuoco sui suoi sacrifici, quale segno divino.
Il ministero di Cristo era ricolmo della potenza della fede. La Sua preghiera per la risurrezione di Lazzaro dai morti è piena di confidente fiducia: “Padre, Ti ringrazio che Mi hai ascoltato. Lo sapevo che sempre Mi dai ascolto” (Gv 11, 41-42).
Talvolta nel vangelo altre figure esercitano il dono della fede – come il Centurione (Mt 8,10) e la donna Cananea (Mt 15,22).
In Atti 3, Pietro guarisce lo storpio ed attribuisce poi la guarigione alla potenza della fede nel nome di Gesù (versetto 16).
Ecco alcune manifestazioni di questo dono:
Di solito la persona per cui si prega ha bisogno solo di una fede “normale”, cioè di essere aperta all’attività di Dio. In quei casi il dono carismatico era esercitato da Cristo, poiché la Sua umanità era lo strumento della potenza di Dio.
Avviene così che la persona con il ministero della fede carismatica diventa lo strumento dell’attività divina. Gli altri accettano quest’attività e ne traggono vantaggi allontanando ogni ostacolo dovuto all’incredulità, ma non è necessario che siano loro ad esercitare il dono della fede.
Talvolta il Signore sollecita o muove una persona a lasciarsi andare alla fede carismatica per il proprio vantaggio. Di solito tale “resa” consiste in un’attrazione gentile, in una sollecitazione che continua a giungere e che viene liberata quando “ci si lascia andare”, oppure se si permette alla fede di allontanare da noi ogni atteggiamento d’incertezza.
Primo, dire frasi del genere è pericoloso e può produrre un grande subbuglio emotivo e spirituale.
Secondo, la frase tradisce una grande incomprensione della fede carismatica. Questa, infatti, non è un dono che la persona possa avere e neppure meritare o “elaborare per conto proprio” – in realtà, si tratta di una manifestazione passeggera della potenza di Dio. Questo dono comprende la sovranità divina, e nessuno può presupporne la presenza in ogni caso in cui è necessaria una guarigione fisica.
Vi sono alcune condizioni che pare favoriscano la presenza e l’esercizio di questo dono:
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