Così la Madonna di Lourdes salvò la vita a San Leopoldo

San Leopoldo ci insegna che quando nella vita ti trovi di fronte ad un muro che pensi possa rappresentare la fine delle tue possibilità, il punto d’arrivo della tua speranza, in quel preciso istante devi chiudere gli occhi ed affidarti a Dio, solo in questo modo riuscirai a vedere strade dove prima non c’era altro che burroni e percorsi interrotti. Uscendo dalla metafora il messaggio che San Leopoldo vuole lasciare ai fedeli è quello che la dottrina stessa della Chiesa insegna, ovvero che nei periodi e nelle situazioni più difficili c’è un modo per chiedere aiuto ed è la preghiera.

Fu San Leopoldo stesso a sperimentare la potenza della preghiera quando di ritorno da un pellegrinaggio a Lourdes ed arrivato nella stazione di Padova salì sulla carrozza di Augusto Formentin insieme a don Luigi Callegaro ed al piccolo Angelo Bernardi: durante la strada del ritorno verso il convento della città veneta transitarono per via Dante ed incrociarono un convoglio del tram. Lo spazio rimasto tra le colonne dei portici e le rotaie non permetteva il passaggio della carrozza, sembrava insomma che il viaggio per il convento sarebbe terminato con una tragedia.

Poco prima che la carrozza ed il tram si scontrassero, San Leopoldo chiuse gli occhi e cominciò a pregare la Beata Vergine, tutti attorno cominciarono a gridare, sembrava finita, ma il cavallo improvvisamente si imbizzarrì e cominciò a correre come un ossesso, permettendo alla carrozza di passare illesa. Superato il pericolo il cavallo si è fermato e i passanti con stupore si resero conto che nessuno si era fatto male. Quando si avvicinarono alla carrozza e lo videro all’interno esclamarono: “Non è successo nulla perché c’è padre Leopoldo!”, ma questo ancora confuso per quanto accaduto fece professione d’umiltà e spiegò: “Torniamo da Lourdes. Siamo qui due sacerdoti. È stata la Madonna a salvarci!”.

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