Mamma coraggiosa di bimba Down scrive al medico che le aveva consigliato di abortire
Non è raro che i medici stessi consiglino di abortire, quando il feto presenti delle malformazioni evidenti. Così, alla schiera di “abortisti a prescindere”, che ritengono l’aborto un’operazione da fare in libertà, quando, per varie ragioni, comprese quelle futili, non si desideri portare avanti una gravidanza e crescere dei figli, si unisce il gruppo di medici che “la fanno facile”: consigliano alle mamme in difficoltà di praticare l’aborto, come se fosse un antidoto medicinale all’handicap del figlio.
Le mamme coraggiose, che non solo accettano la “condizione imperfetta” del proprio bambino, ma che hanno una coscienza forte per contrastare questi attacchi alla vita, sono tante e ne danno testimonianza ogni giorno.
Era accaduto anche a Courtney Baker: il medico le aveva annunciato che la sua bambina sarebbe stata Down, prospettandole una vita piena di discriminazioni, troppo difficile, se non avesse abortito.
Invece, Courtney ha deciso diversamente e ora può stringere tra le braccia la sua bambina. La neo mamma, felicissima di aver seguito il suo cuore, ha scritto poi una lettera al dottore, che voleva privarla di questa occasione:
“Sono venuta da te durante il periodo più difficile della mia vita. Ero terrorizzata, ansiosa, nella disperazione più totale. Non sapevo ancora la verità sulla mia bambina, perciò cercavo di saperla da te. Invece di supporto e incoraggiamento, mi hai suggerito di abortire.
Ti ho detto il suo nome e mi hai chiesto, ancora una volta, se avessimo capito quanto si sarebbe abbassata la qualità della nostra vita con una figlia con la sindrome di Down. Ci hai suggerito di riconsiderare la nostra decisione di portare avanti la gravidanza.
Da quella prima visita abbiamo iniziato a temere gli appuntamenti.
Il periodo più difficile della mia vita è stato reso quasi invivibile, perché tu non mi hai mai detto la verità. La mia bambina era perfetta”.
Uno sfogo, quello di Courtney, che sa di rivalsa e che dovrebbe far riflettere tanto: l’aborto non è un’operazione di routine, ma l’interruzione di una vita santa.
“Non sono arrabbiata. Non sono amareggiata. Sono soltanto triste. Sono triste per il fatto che ti sbagliavi così tanto, nel dire che un bambino con la sindrome di Down potesse abbassare la qualità della nostra vita. E ho il cuore spezzato al pensiero che tu possa dirlo anche oggi, ad un’altra mamma”.
“La mia speranza è che anche tu riesca a vedere la bellezza e l’amore puro, in ogni ecografia. E la mia preghiera è che, quando vedrai il prossimo bambino con la sindrome di Down, dolcemente coccolato nell’utero di sua madre, tu possa guardare quella donna, ricordarti di me e dirle: “Il tuo bambino è assolutamente perfetto”.”.