Covid-19 | Scoperti nuovi inquietanti dettagli sulla sua origine

Fin dall’inizio della pandemia si è discusso sull’origine naturale o artificiale del virus, con forti dubbi sulla risposta. Ora nuovi indizi continuano a fare emergere una realtà molto oscura. 

A fare nuovamente luce sul mistero è stato un famoso scienziato italiano nelle ultime ore.

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Da due anni ormai ci si chiede quale sia stata l’origine del virus, e se questo sia stato effettivamente prodotto in laboratorio, e poi scappato per varie ragioni, oppure se questo si sia originato in maniera naturale all’interno dell’ormai famoso mercato di Wuhan.

I numerosi indizi e l’ultimo che getta nuova luce sull’ombra

Certamente, gli indizi contrastanti sono stati numerosi, e di recente ha fatto molto discutere nel mondo il fatto che si sia scoperto che la sequenza genomica del Covid-19 sia stata registrata e codificata ben tre anni prima dello scoppio della pandemia.

A rinforzare dubbi e misteri ci ha pensato nientemeno che il presidente dell’Aifa, l’associazione italiana del farmaco, Giorgio Palù sul Corriere della Sera.

Secondo lo scienziato il ceppo prototipo di Wuhan, “quello che ha cominciato a manifestarsi in Cina con forme gravi di polmonite, e tutte le varianti che ne sono derivate, anche quelle considerate non interessanti nella classificazione internazionale, presentano una caratteristica affatto peculiare”.

Che cosa si è scoperto

Vale a dire il fatto che nel gene che produce la proteina Spike, ovvero la proteina che il virus utilizza per agganciare la cellula da infettare, si vede essere inserita una sequenza di 19 lettere appartenente a un gene umano e assente da tutti i genomi dei virus umani, animali, batterici o vegetali che sono stati sequenziati fino ad oggi.

In sostanza, un fatto che dimostra in maniera quasi certa che il virus non sia certo nato per caso, o meglio in maniera naturale. Secondo Palù infatti la probabilità che si tratti di un evento casuale “è pari a circa una su un trilione. Una sequenza essenziale perché conferisce al virus la capacità di fondersi con le cellule umane e di determinare la malattia“.

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Tuttavia, Palù ha anche spiegato che a suo avviso “si può ipotizzare una manipolazione effettuata per soli scopi di ricerca, non certo con intenzioni malevole. Non sarebbe la prima volta che un virus scappi per sbaglio da un laboratorio ad alta sicurezza”.

Quale potrebbe essere la ragione?

Quale potrebbe essere allora la ragione, o meglio la finalità dello studio da cui si è originata la pandemia? Secondo lo scienziato, la risposta sarebbe legata a un utilizzo medico, e non una sorta di arma batteriologica. Come molti, al contrario, pensano. Magari per mettere in ginocchio l’Occidente prima dello scoppio di una potente guerra internazionale, che nessuno si auspica ma che sembra ogni giorno più vicina.

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Secondo Palù una tale operazione potrebbe essere stata compiuta “per scoprire se certi virus di mammiferi, in questo caso del pipistrello, possano avere potenziale pandemico e decifrare quali caratteristiche genetiche vi contribuiscano“.

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Insomma, “uno scopo nobile dal punto di vista, ne sono certissimo: prevenire uno spillover naturale, cioè l’esatto contrario di quello che magari può essere avvenuto nella realtà. Non è una novità che il laboratorio di Wuhan da oltre una decade si dedichi tra l’altro alla coltura di virus di pipistrelli”.

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