Sono molti gli esperti che si aspettano una terza ondata legata al Covid-19, tra febbraio e marzo. Una notizia che suscita ulteriore preoccupazione tra la gente, ma non deve venire meno la speranza, di fronte a una simile prospettiva.
A distanza di mesi dall’arrivo in Italia della terribile pandemia, si parla di una nuova ondata. La notizia, seppur triste, non deve però raccogliere un malcontento generale, dal momento che la possibilità di evitare un aggravio scenario triste e straziante esiste. Ma andiamo per gradi. Chi parla di una terza ondata? Per quando è prevista? A prender parola sulla delicata questione sono intervenuti esperti di cui, nel corso delle ultime settimane, se non mesi, abbiamo spesso sentito le voci. Il chiaro riferimento è a medici, infettivologi e governatori di regioni.
Covid-19: quando (e come) una terza ondata?
A parlare di una possibile terza ondata è stato, tra gli altri, il governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha sostenuto nelle ultime ore che una “terza ondata, o forse anche una quarta”, non si può escludere”. La cosa importante, secondo il governatore, è arrivarci preparati. Anche l’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si è espresso in questi termini. Bertolaso, le cui parole sono state riportate da Money, ha sostenuto che “Se qualcuno pensa che a Natale saremo tutti belli liberi dal virus si sbaglia”.
Secondo le parole degli esperti, una possibile terza ondata di Coronavirus si potrebbe presentare già a metà o fine gennaio. Questo è quanto si intuisce dalle parole Massimo Antonelli, direttore del dipartimento di Anestesia e rianimazione del Gemelli di Roma. L’esperto, che è anche componente del Comitato tecnico scientifico, ha parlato dell’arrivo della terza ondata, in concomitanza con il picco della comune influenza.
Ma le speranze esistono
Ma c’è poi una parola che non dovrebbe mai mancare nei personali vocabolari delle persone: la “speranza”. Ad offrirne un barlume di speranza, per l’appunto, sono le parole di Roberto Stellini, della Fondazione Poliambulanza di Brescia.
Secondo l’esperto, infatti, il modo per bloccare uno scenario del genere c’è. Per evitare successive ondate di virus, sarebbe necessario attuare dei lockdown preventivi, della durata di tre settimane, il tutto per circa quattro o cinque mesi. In tal modo, secondo l’esperto, si può cercare di condurre una vita tutto sommato “quasi normale”.
Fabio Amicosante