Di fronte all’insediamento del nuovo Governo, la Chiesa non può stare impassibile. Pur non prendendo posizione, infatti, è necessario fare sentire la propria voce.
In particolare per quanto sta a cuore ai fedeli, ovvero a proposito dei temi che contano, per il bene comune e di tutta la popolazione. Va in questa direzione il messaggio che il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha inviato al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, dopo la cerimonia di giuramento del nuovo Governo al Palazzo del Quirinale.
Bassetti infatti, che è stato colpito in prima persona dal dramma del virus, segue con grande attenzione la situazione italiana in relazione alla pandemia del Covid, ma anche a quella economica e sociale che si sta creando in maniera sempre più lacerante. Non a caso, il cardinale ha parlato di frattura sanitaria ma anche, e forse soprattutto, economico-sociale.
Se infatti la prima è fin dallo scoppio della crisi nel febbraio dell’anno scorso, al centro di ogni attenzione quotidiana, la seconda sembra purtroppo passare per molti in sordina. La realtà, invece, è che per le famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese a causa del Covid, l’emergenza sanitaria rappresenta un dramma di notevoli dimensioni, che bussa alla porta con violenza.
Per chi è stata improvvisamente licenziato, o che rischia di esserlo con lo sblocco dei licenziamenti che arriverà a marzo, l’emergenza economica e sociale è una ferita che si fa sempre più larga di giorno in giorno. Per alcuni, di ora in ora.
Così Bassetti nel suo messaggio ha pensato sì di formulare i suoi auguri a Draghi “per l’importante e delicato compito che attende lei e il nuovo Governo in una fase tanto complessa per la storia del nostro Paese, dell’Europa e del mondo intero”.
Ma allo stesso tempo ha anche spiegato che “la Chiesa che è in Italia sarà un interlocutore attento e collaborativo, come sempre avvenuto, nel rispetto delle reciproche competenze. La accompagniamo con la preghiera”.
“Abbiamo seguito con trepidazione e preoccupazione gli sviluppi della recente crisi politica, ben sapendo che l’Italia ha bisogno di unire le forze per affrontare le pesanti, persino tragiche, ricadute della pandemia da Covid-19″, ha scritto Bassetti. “Quest’emergenza, come segnalavo al Consiglio episcopale permanente del 26 gennaio scorso, ha posto in evidenza fratture molteplici: sanitarie, sociali, economiche, educative, generando fra l’altro nuove e diffuse povertà”.
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In tutto ciò, resta la fiducia nel buon operato del governo per il bene del Paese, e soprattutto la speranza di un lavoro nell’interesse di tutti e non solo di pochi, con competenza e onestà.
“Siamo certi che ella vorrà assegnare una prioritaria attenzione proprio alle persone e alle famiglie maggiormente segnate dalla sofferenza, dalla precarietà e dalla crisi economica”, ha quindi scritto Bassetti.
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“Abbiamo anche potuto apprezzare, in continuità con i suoi precedenti incarichi, una particolare sottolineatura dell’orizzonte politico europeo, con uno sguardo rivolto alla solidarietà tra le Nazioni, alla pace, allo sviluppo sostenibile e alla giustizia sociale”.
In tutto ciò, “l’appoggio esterno” della Chiesa italiana riguarda in modo particolare l’aspetto spirituale di quanto accadrà nei prossimi mesi, sia dal punto di vista politico che da quello economico e sociale. Infatti, la conclusione di Bassetti è chiara: “La accompagniamo con la preghiera”.
Proprio della preghiera, infatti, il popolo italiano e non solo è ciò di cui ha più bisogno. Affidiamoci a Gesù per guardare il futuro con un occhio di speranza e soprattutto per scorgere il suo piano divino all’interno delle misere soluzioni umane che vengono date di fronte i problemi materiali. Certi, infatti, che il Signore non farà mai mancare ai suoi figli la sua presenza e il suo sostegno.
Giovanni Bernardi
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