Il Cardinal Bassetti, positivo al Covid, è ancora ricoverato all’ospedale di Perugia. Ogni giorno, il bollettino medico circa le sue condizioni di salute.
“Il quadro clinico è invariato, ma persiste la gravità delle condizioni”. Il Cardinale Bassetti è vigile e cosciente.
Non migliorano né peggiorano le condizioni di salute del Cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Il presule, era risultato positivo al Covid – 19 e, inizialmente asintomatico, aveva iniziato il suo isolamento a casa. Poi l’aggravarsi delle condizioni ha reso necessario il suo ricovero in ospedale, stesso a Perugia, città della quale è Vescovo.
Da martedì scorso, Bassetti è ricoverato presso l’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia. Ogni giorno, il bollettino medico ci aggiorna sulle condizioni di salute dell’Arcivescovo. “Il quadro clinico resta invariato ma persistono condizioni di gravità. Il Cardinal Bassetti continua le terapie mediche del caso e la ventilazione non invasiva” – si legge dall’ultimo bollettino emanato poche ore fa.
Bassetti, inizialmente, stava affrontando il decorso di una polmonite bilaterale ed era costantemente controllato dal suo medico. Poi l’aggravarsi delle condizioni ed il trasferimento in ospedale in terapia intensiva.
Continuano i messaggi di affetto da parte di tutti i rappresentanti della Chiesa e continuano, anche, le preghiere di tantissimi fedeli, in particolare della sua Diocesi di Perugia, affinché il cardinale Bassetti guarisca e possa ritornare presto tra noi.
Il Cardinal Bassetti ha, poco prima di esser ricoverato, scritto una lettera incentrata sul concetto di “riscoprire l’Eucarestia e la sua importanza” anche nel pieno della sua malattia. Parole forti e toccanti che ci portano a riflettere: “Questa notte, in sogno, mi sono ritrovato nel tempo in cui, in Seminario, avevo come Padre spirituale don Divo Barsotti. Egli mi insegnava a rivolgermi all’Onnipotente con queste parole fin dal mattino: O Dio, Tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco“.
“Da quando sono in isolamento per la positività al Covid-19, ho la possibilità di comunicarmi ogni giorno nella mia camera, avendo portato una piccola pisside vicino alla porta della stanza […]
Era necessaria questa esperienza di malattia per rendermi conto di quanto siano vere le parole dell’Apocalisse in cui Gesù dice all’angelo della Chiesa di Laodicèa: Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” – scrive Bassetti.
“L’Eucarestia, soprattutto in questo periodo così difficile, non può essere lasciata ai margini delle nostre esistenze ma dev’essere rimessa, con ancora più forza, al centro della vita dei cristiani” – conclude.
L’Eucarestia come segno di forza, come scudo per combattere la malattia, come segno di perenne e sempre presente vicinanza di Dio ad ognuno di noi, e a tutti coloro che a lui si rivolgono con cuore sincero.
Fonte: ansa.it
ROSALIA GIGLIANO
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