Il governo francese ha sancito il divieto di partecipare alla Santa Messa per via del Coronavirus. Ma i cattolici francesi non ci stanno e sono scesi in piazza!
La Francia sta infatti vivendo il secondo lockdown, che secondo le disposizioni del presidente Macron durerà almeno fino al 1 dicembre. In questi giorni i cittadini francesi non possono quindi recarsi a più di un chilometro dalle loro case. Fanno eccezione però, come accaduto nel nostro Paese, le ragioni lavoro, salute o urgenze.
Sono state così chiuse la maggior parte di quelle attività commerciali che sono considerate “non essenziali“, come è attualmente anche in Italia nelle zone rosse. Tuttavia, anche i cittadini francesi, come quelli italiani, si sono accorti delle pesanti contraddizioni presenti nella decisione presa da Macron.
Infatti, passeggiando per le strade di Parigi e di tutte le altre cittadine francesi, si troveranno ad esempio tranquillamente aperti i punti vendita di grandi multinazionali come Fnac. Si tratta di una catena leader in Francia nella distribuzione di libri e tecnologia, con numerosi punti vendita sparsi per tutto il paese.
Tuttavia, il governo ha sancito un duro e rigido divieto indiscriminato di celebrare la Santa Messa. Un fatto, quest’ultimo, che oltre ad essere fortemente contraddittorio è risultato essere irricevibile per i cattolici francesi. Che hanno scelto di andare sulle barricate per chiedere a gran voce il ritorno delle Messe. Sui social è stato lanciato anche l’hastag #oursoulsmetter, ovvero “le nostre anime contano”.
L’episcopato francese in questi giorni sta infatti dando battaglia per reclamare il diritto di esercitare il culto cattolico, ma si è visto respingere la propria richiesta dal Consiglio di Stato. I vescovi hanno spiegato di deplorare l’idea che “i fedeli rimangano così impossibilitati a partecipare alla Messa, vertice della vita di fede e incontro insostituibile con Dio e i fratelli”.
Al momento, il compromesso stabilitosi tra la Chiesa francese e il governo è quello di lasciare le chiese aperte ai fedeli. Cosicché questi possano recarvisi per “meditare, pregare, adorare il Signore e ricevere i sacramenti come quello della Riconciliazione”. I vescovi francesi sono infatti riusciti anche ad ottenere la possibilità per i sacerdoti di continuare a ricevere i fedeli, e anche di andare a visitare chi si trova in condizioni di difficoltà.
Il vescovo di Bayonne, Monsignor Marc Aillet, sfidando il linguaggio burocratico dei provvedimenti governativi ha scritto: “Nulla impedisce ai sacerdoti di celebrare la Messa in luoghi di culto che rimangono aperti e nulla impedisce ai fedeli di entrare individualmente nelle chiese. È l’organizzazione delle cerimonie religiose che viene sospesa”.
Tuttavia, l’obiettivo della Chiesa francese resta quello di riuscire a revocare questa decisione presa dall’autorità pubblica. Nel frattempo però i fedeli si sono stancati di aspettare, e hanno messo in chiaro che l’attuale situazione non è più accettabile. Così hanno deciso di punto in bianco, lo scorso fine settimana, di uscire di casa e scendere in piazza, contro ogni misura in vigore, per protestare caldamente.
Lo hanno fatto all’esterno delle Chiesa, in un silenzio fisico che però ha fatto molto rumore nei confronti delle istituzioni, già messe alla dura prova dai numerosi atti terroristici di matrice islamica che si sono verificati nelle ultime settimane. Nel silenzio, infatti, le piazze di tutto il Paese, da Nantes a Versailles, si sono riempite di fedeli in preghiera.
Che sia questo il segno di un risveglio della fede, nel Paese che ha dato le origini nei secoli a grandi santi, oltre che teatro di numerose apparizioni mariane, ma svuotato della propria sostanza spirituale dopo i secoli bui del giacobinismo e dell’ateismo illuminista? I cattolici francesi stanno rialzando la testa, uniamoci a loro in preghiera per il recupero, finalmente, della speranza cristiana che trasforma la vita e unisce interi popoli alla grazia benevolente del Signore.
Giovanni Bernardi
Fonte: Il timone
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