Covid: “Una boccia di vetro per respirare”. La testimonianza di Clotilde

Il Coronavirus continua, ancora, a mietere vittime. I contagi crescono in ogni Regione d’Italia e le testimonianze degli ammalati sono sempre più shoccanti.

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photo web source: ilmessaggero.it

Una di queste testimonianze è quella di Clotilde, giovane agente di polizia penitenziaria, che afferma: “Proteggetevi! Il Covid esiste”.

Clotilde e la sua esperienza di malata Covid

Continuano a crescere i contagi in tutta Italia. Siamo nel pieno della seconda ondata di contagi, anche se il nostro Paese sembra rispondere meglio rispetto al primo periodo di marzo – aprile. Ma le terapie intensive degli ospedali sono, comunque, in affanno e molti sono coloro che, già ricoverati, vogliono raccontare la loro esperienza per permettere a tutti di comprendere e capire al meglio che “il Covid esiste”.

Fra gli ammalati che sono riusciti a testimoniare la loro esperienza di contagiato Covid è Clotilde: “Ti prego non scherzare con il coronavirus, metti la mascherina, proteggi chi ami, perché dentro questa boccia per pesci, davvero, io mi sento morire”. Un appello forte, una vera e propria richiesta d’aiuto, sia per se stessa, ma soprattutto per tutti coloro che non credono ancora nella presenza del Coronavirus.

Clotilde: “I miei polmoni non funzionano più”

I miei polmoni non funzionano più, li sento pieni d’acqua. Vorrei strapparmi dalla faccia questo bavaglio, ma se lo faccio crepo, perché da sola non ci riesco più a respirare. Mettetevi in testa che il Covid esiste! Prima che in testa vi mettano altro” – afferma la giovane.

Clotilde ha solo 37 anni, due figli piccoli ed un marito. Ha contratto il Covid ed ora è ricoverata in ospedale, in terapia intensiva e, per respirare, ha bisogno di un casco, una vera e propria “boccia di vetro” che le ricopre completamente la testa. “Questa dannata boccia per pesci che ho in testa fa un rumore d’inferno, mi sembra che mi spacchi il cervello. Sto qui sdraiata e prego che arrivi presto l’infermiera a portarmi le gocce perché solo se crollo riesco a calmarmi” – conclude.

“Vivo in una boccia di vetro. Mi serve per respirare”

Parole forti, fortissime: parole che penetrano nella testa di tutti coloro che le ascoltano. Parole che dovrebbero entrare, in particolare, nella testa e nelle orecchie di coloro che, ancora oggi, negano la presenza del Covid, che manifestano in piazza contro l’uso delle mascherine, affermando che “tutto questo non esiste”.

Solo guardando la giovane Clotilde, dovrebbero capire che tutto ciò non è uno scherzo, che il Covid è davvero una brutta bestia: “Vi auguro di non sapere mai cos’è la fame d’aria: è quando apri la bocca e inspiri ma non entra niente”.

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Preghiamo per Clotilde, ma anche per tutti gli ammalati di Covid. Preghiamo Dio Padre perché con la sua mano potente, scacci via questo virus dalla Terra e riporti pace e serenità fra di noi.

Fonte: fanpage.it

ROSALIA GIGLIANO

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