La crisi generata dal Covid arriva anche nel luogo della nascita di Gesù. L’appello del Custode Patton: “Pregare per i benefattori della Terra Santa”.
Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, insieme alla comunità francescana di Betlemme ha infatti celebrato la Santa Messa nella Grotta della Natività giovedì 10 dicembre, ricordando i benefattori che a distanza continuano ad aiutare questo luogo, anche oggi, mentre imperversa la crisi del Coronavirus.
Il Covid colpisce anche la Terra Santa: da dieci mesi senza pellegrini
Sono infatti dieci mesi che non ci sono pellegrini nei luoghi santi, e che non ci sono entrate a livello economico. Ciò vale tanto per i cristiani, chiamati anche a gestire i luoghi sacri, che per l’intera comunità. In particolare nell’area di Betlemme.
“Noi abbiamo bisogno che i benefattori stiano vicino a noi, perché sono ormai 10 mesi che non abbiamo pellegrini, 10 mesi che siamo senza entrate anche a livello economico”, è l’appello del Custode. “Sia noi che i cristiani delle nostre comunità, in special modo qui a Betlemme. E quindi anche noi avvertiamo il bisogno che coloro che possono, e nella forma in cui possono, e secondo – come dice San Paolo – la misura del loro cuore, ci stiano accanto sostenendoci e supportandoci anche a livello economico“.
I frati della Custodia continuano a pregare nei santuari di Terra Santa
In tutto ciò, però, i frati della Custodia continuano ad essere presenti e a pregare nei santuari, anche quando non ci sono i pellegrini, per tutti i benefattori della Terra Santa.
“Qui siamo nel luogo in cui la misericordia di Dio si è manifestata col volto del bambino Gesù, che porta nel nome stesso la sua missione di salvarci dai nostri peccati e da tutto ciò che rovina e fa fallire la nostra vita”, ha ricordato Patton durante l’omelia.
Terra Santa: il rapporto con i benefattori e il sostegno della Parola
“Il rapporto con i benefattori è un rapporto di vicinanza reciproca. Noi stiamo vicino ai benefattori e loro stanno vicino a noi. Noi stiamo vicino ai benefattori pregando per loro quotidianamente: i benefattori sono proprio oggetto quotidiano di preghiera da parte nostra. In questo momento in cui loro non possono fisicamente venire come pellegrini – questo è il desiderio di tanti benefattori – noi cerchiamo di essere “pellegrini al posto loro” e di trasmettere loro quello che è il senso autentico del pellegrinaggio nei Luoghi Santi”.
La Parola del Signore tuttavia è un parola di grande sostegno e consolazione, ancora più nel mezzo di un contesto duro come quello che si sta vivendo oggi, tra la crisi inaspettata del Coronavirus e quella antica delle guerre, dei drammi e delle miserie che attanagliano questa terra da secoli.
Patton: “Il Natale non è stato poetico ma drammatico”
Ma il Signore, come spiegano le Scritture, è misericordioso e grande nell’amore. Un fatto che il Custode di Terra Santa ha voluto sottolineare durante la sua omelia, invitando a pensare al tempo della venuta di Gesù.
“Dobbiamo ricordare che quel tempo era un tempo globalmente abbastanza difficile, quindi quando noi pensiamo al Natale così come è avvenuto nella storia il Natale non è stato un Natale poetico, è stato un Natale drammatico”, ha ricordato Patton.
Non a caso, “i primi che sono venuti ad adorarlo sono stati dei pastori, povera gente che vegliava durante la notte e che riceve il messaggio dell’angelo. Quindi quando noi viviamo in un contesto difficile, faticoso, come quello che stiamo vivendo adesso, noi siamo nella situazione ideale per capire che abbiamo bisogno di salvezza e per capire che quel bambino che viene viene a portare salvezza“.
Giovanni Bernardi