Mentre il Governo punta a inasprire i divieti in relazioni al Coronavirus, sono molte le critiche. Bonaccini: le regole ci sono già. Cassese: non c’è emergenza.
“Più rigore per far rispettare le regole ma non cediamo alla caccia alle streghe”, ha infatti affermato il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini. “Non c’è nulla di più inefficace che inasprire le misure laddove non si riesce a far rispettare quelle che già ci sono”, aggiunge in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa.
“L’obbligo delle mascherine all’aperto nelle situazioni in cui non è possibile mantenere il distanziamento c’è già. Tutti devono continuare a dimostrare senso di responsabilità, rispettando le regole”, ha precisato Bonaccini.
Il governatore dell’Emilia Romagna perciò si è detto, in linea di principio, non contrario a nuove misure per il contrasto e la prevenzione del contagio da Coronavirus. A patto che siano “mirate”, e al fine di “evitare di dover poi tornare a varare misure ancor più drastiche”.
“Però attenzione”, dice Bonaccini. “Non c’è nulla di più inefficace che inasprire le misure laddove non si riesce a far rispettare quelle che già ci sono; usiamo rigore per far rispettare regole ragionevoli”. La sostanza è che non si esageri con le restrizioni della libertà personale, altrimenti il rischio è che ognuno decida di scriversi le proprie regole, a proprio uso, consumo e interesse.
Gettando però tutti nell’anarchia e nel caos, dove troppe regole e soprattutto diverse fanno in modo che non ci sia più alcuna regola.
“Continuo a pensare che un forte impianto unitario, insieme a una flessibile differenziazione regionale, sia il modo più efficace per dosare l’intervento su un paese lungo e stretto”. dice infatti il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Per Bonaccini, in sostanza, “servono principi comuni, livelli essenziali delle prestazioni, o unità d’azione, soprattutto davanti a una pandemia”.
Intanto, ieri è arrivata la bordata al governo da parte dell’insigne costituzionalista Sabino Cassese. Parole molto pesanti contro le decisioni dell’attuale esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte. E in particolare contro la decisione di prorogare lo stato di emergenza fino al prossimo 31 gennaio.
“Proroga dell’emergenza o proroga dell’impotenza? O peggio ancora proroga dell’incapacità?”, ha chiesto in maniera provocatoria il giurista durante un dibattito televisivo. “Emergenza non c’è, siamo in una situazione largamente prevista”, la premessa di Cassese. Che spiega come “si sapeva che ci sarebbe stata una recrudescenza dei contagi”.
Non a caso, “la vita è ricominciata, il virus circola, si sapeva che ci sarebbe stato questo”. “In questa situazione, dichiarare uno stato di emergenza è qualcosa di eccessivo, non serve per fronteggiare questa situazione”, è il giudizio definitivo dell’ex membro della Corte Costituzionale. “Serve soltanto perché all’interno della macchina statale c’è un’impotenza nell’affrontare i problemi ordinari.
In Italia abbiamo sempre bisogno di dichiarare un’emergenza per fare cose ordinarie. Perché molti altri paesi nel mondo non hanno dichiarato lo stato di emergenza?”.
Giovanni Bernardi
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