Per combattere il Covid non esistono solo farmaci o vaccini: c’è anche bisogno di potenziare il proprio sistema immunitario. Ma sono in pochi a spiegarlo.
Un dato di realtà che, di fronte all’emergenza imminente dei contagiati sintomatici, a molti è forse sembrato un problema tutto sommato secondario. La realtà è che si tratta di una questione di importanza primaria.
Chi ha la responsabilità della comunicazione scientifica farebbe bene a sottolineare anche questo genere di aspetti, che hanno a che fare con la complessità del corpo umano, come l’utilità di potenziare le difese immunitarie per essere meno attaccabili dal virus.
Se infatti, come noto, la paura e l’allarmismo continuo abbassano il sistema immunitario, e rende tutti più esposti al virus, proporre azioni efficaci per rafforzare la reazione immunitaria renderebbe tutti di certo più sicuri, e avrebbe effetti benefici anche sotto altri aspetti.
Di fatto, sappiamo che i vaccini non saranno la risposta definitiva al Coronavirus. Sarà infatti proprio il sistema immunitario di ciascuno di noi a rappresentare l’ultima frontiera contro il male del contagio. Il fatto che gli individui maggiormente esposti ai rischi del contagio siano anziani e persone con patologie pregresse, infatti, la dice ben lunga.
Ci si chiede allora quali sarebbero questi rimedi. Innanzitutto, c’è la cura dell’ambiente. Come noto, molte delle epidemie sviluppate negli ultimi decenni originano proprio da “salti di specie”. Vale a dire che passato dal mondo animale agli organismi umani. Il che ha spesso origine nell’incrinatura del rapporto armonico dell’uomo con il Creato.
Se invece l’essere umano, piuttosto che custodire e coltivale, depreda e sfrutta l’ambiente, in maniera selvaggia e solo per soddisfare i propri interessi, le conseguenze saranno pressoché ovvie. Da anni ormai l’uomo non ha più alcun rispetto per gli habitat naturali, e tende sempre più a compromettere la stabilità di sistemi naturali in scala sempre più grande. Che siano foreste, terre coltivate, laghi, boschi od oceani.
Per non parlare della somministrazione sistematica e preventiva di antibiotici agli animali, secondo i fini e gli interessi dell’industria alimentare. Da questa pratica, però, i rischi epidemici che ne conseguono sono molto alti, legata alla cosiddetta “antibioticoresistenza“. Per la quale ogni anno in Europa muoiono circa 33mila persone, di cui 10mila solo in Italia.
Il sistema immunitario è costituito da una articolata rete integrata fatta di sostanze chimiche, cellule e organi speciali, con il compito di difendere l’organismo da qualsiasi attacco esterno. Questo è capace di distinguere le strutture proprie dell’organismo da quelle esterne al corpo e presenti nell’ambiente che non costituiscono pericolo, e che quindi devono essere però preservate.
Il sistema immunitario agisce però contro le strutture, anche qui interne o esterne al corpo, che sono dannose per l’organismo, e che vengono neutralizzate proprio dal sistema immunitario stesso. Per funzionare bene, c’è bisogno di una ottimale interazione tra i diversi elementi che compongono il nostro corpo.
Tra questi, una buona alimentazione, sia per quantità che per qualità e completezza. Poi da una sufficiente permanenza all’aria aperta, al fine di produrre abbastanza vitamina D. Infine da adeguate quantità di sonno e riposo, per compensare situazioni di stress. Che, come noto, incide in maniera negativa sull’efficienza immunitaria complessiva.
Quando non si verificano tutte queste precedenti condizioni, il sistema immunitario funziona male. Stiamoci attenti, e pensiamoci anche nell’ottica di affrontare nel modo migliore il Coronavirus. Molto spesso non c’è bisogno di farmaci, ma di una buona vita.
Giovanni Bernardi
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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