La fede: un concetto complesso, che diventa ancora più difficile quando devi immedesimarla all’interno di territori di periferia.
Un’intervista a don Franco Iannone, Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose delle diocesi di Nola-Acerra, ci porta a scoprire il vero significato della fede oggi.
Davanti a situazioni difficili come quelle che stiamo vivendo in questo momento storico, sia a causa della pandemia, sia a causa delle differenze sociali ed economiche che, comunque si trovano fra il centro e le periferie delle grandi città, la domanda che ogni uomo si pone è, quasi sempre quella: “Ma dov’è Dio? Dov’è la mia fede in questo momento?”.
La fede oggi: un argomento difficile e complesso. L’intervista che vi riportiamo di seguito è stata fatta a Don Franco Iannone, Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose delle diocesi di Nola-Acerra in Campania.
Parlare di Dio, del nostro rapporto con la fede, in particolare in questo tempo di pandemia: “La fede è, nella sua intima essenza, la capacità dell’uomo di fidarsi di Dio e di obbedire alla Sua Parola. Essa è donata da Dio ad ogni uomo nel battesimo, ma è anche risposta responsabile dell’uomo, radicata nella disponibilità tutta umana di fidarsi e di affidarsi. La pandemia ha diffuso nel mondo il sentimento contrario alla fede, che è la paura”.
La paura ha preso il posto della fede, ci spiega don Franco: “Siamo stati tutti esposti alla diffidenza verso l’altro ritenuto troppo frettolosamente potenziale untore, al sospetto verso le autorità fino a gridare al complotto, alla sfiducia verso la nostra capacità di andare incontro ad un futuro migliore. L’ottimismo semplicistico si è subito trasformato nell’angoscia”.
La domanda he dovremmo porci, però, è questa: quanto la parola di Gesù, che è parola di speranza, può aiutarmi in questo momento così difficile? “Siamo davanti al grande compito di rieducarci alla fiducia, ascoltando le grandi parole della fede e della speranza.
La Chiesa dovrà sempre di nuovo riappropriarsi della sua missione di annunciare la speranza cristiana che splende in Cristo risorto non solo con la parola, ma anche e soprattutto con gesti di solidarietà” – continua don Franco.
Anche la Chiesa (anche la chiesa di periferia), in questo momento difficile, cerca di dare il suo contributo: “Sono convinto che la forza del Vangelo non si sia indebolita. Forse si sono indeboliti la nostra fiducia e il nostro entusiasmo. Ci sta perciò davanti la grande sfida di ritrovare le ragioni della fede, della speranza e dell’amore.
La pandemia ci ha rivelato una certa debolezza e fragilità non solo della nostra vita, ma anche del nostro pensare, progettare e agire” – conclude il direttore.
La fede è la nostra roccia salda, il nostro punto di riferimento, quel qualcosa che, sappiamo per certi che mai ci allontanerà da Cristo. Sull’esempio delle parole di don Franco Iannone, anche noi guardiamo alla parola di Dio come fonte piena e concreta di speranza.
Fonte: videonola.it
ROSALIA GIGLIANO
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