Ancora un cambio “di colore e di fasce” ci attende dopo l’Epifania. Per fronteggiare, ancora, l’avanzata del Coronavirus, il Governo pensa a nuove misure.
Dividere, di nuovo, le Regioni italiane in fasce di colore in base all’avanzata o meno dei contagi nei singoli territori. Cosa ci aspetta dopo il 6 gennaio.
Un periodo intermedio fra la fine del Decreto Legge Natale (che termina il 6 gennaio) e, invece la fine del DPCM emanato il 3 dicembre (che termina il 15 gennaio). In quei giorni, cosa succederà in Italia? Questa è la domanda che tutti si pongono, in primis il Governo.
Un “liberi tutti” per poi tornare alle restrizioni, o partire già, dal 7 gennaio, con una nuova riorganizzazione in fasce di colore per le Regioni? Tante le ipotesi in campo, ma poche le soluzioni ancora trovate.
Le riunioni fra il Premier Conte, il Ministro degli Affari Regionali, Boccia e i Governatori di Regione si susseguono di ora in ora. Chi opta per la riapertura, ma parziale; chi invece vorrebbe proseguire con le restrizioni ancora in vigore; chi invece vorrebbe camminare da solo, in particolare sul tema riapertura scuole.
Sta di fatto che, trovare una soluzione che accontenti tutti non è facile, ma il Governo ci sta lavorando. Nella serata di ieri, dopo l’ultima riunione con il Comitato Scientifico, si è arrivati alla conferma che l’indice di positività si aggira attorno al 13,8%, ancora troppo alto per il nostro Paese.
Allora: quali saranno gli scenari per il dopo Epifania? A quanto si apprende, “il Cts sta valutando l’ipotesi emersa di bloccare gli spostamenti tra le Regioni ancora tra il 7 e il 15 gennaio e di mettere tutta Italia in zona arancione nel weekend del 9 e 10 gennaio” – si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
Ma l’ipotesi più probabile è ancora l’Italia a colori gialla, rossa ed arancione, ma con una modifica ai criteri che permettono alle Regioni di entrare nella singola fascia di colore. Si prospetta, infatti, un possibile ingresso in zona arancione se l’Rt di una singola Regione diventa pari o superiore a 1 (ad oggi, deve superare 1,25); mentre per la zona rossa, l’Rt deve esser superiore a 1,25 (oggi 1,5).
Se le ipotesi dovessero rimanere queste, il Governo punterebbe ad una settimana “ponte” di restrizioni con le seguenti regole:
A questo, potrebbe anche affiancarsi l’allargamento dell’orario del coprifuoco, che potrebbe passare alle ore 20, invece che alle 22.
L’incognita più grande che non trova soluzione è la riapertura delle scuole il 7 gennaio. Conte e il Ministro Azzolina premono per una riapertura, almeno, al 50%, mentre i Governatori di Regione sono sul piede di guerra, poiché non ancora del tutto organizzati (soprattutto in termini di conoscenza effettiva dell’Rt della loro Regione).
Ancora è tutta un’ipotesi, ma a brevissimo il Governo deve dare notizie, per evitare scenari di “non conoscenza” da parte dei cittadini.
ROSALIA GIGLIANO
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