È iniziato ad Assisi l’atteso evento “The Economy of Francesco”. Il Papa ha convocato insieme giovani imprenditori per cambiare l’economia e il mondo.
L’evento era previsto per il mese di marzo, ma la pandemia lo ha fatto slittare a novembre, e soprattutto lo ha trasferito interamente online. Il Papa ha deciso di mettere in piedi un evento di questo genere, centrato esclusivamente sui giovani. Perché è ben conscio che la chiave per il futuro del Pianeta è nella mani dei giovani.
Sono loro che dovranno prendersi in carico il futuro dell’umanità. Di conseguenza è importante che, anche in tematiche così complesse e delicate, si ascolti la loro voce, troppo spesso messa in ombra. Il futuro deve infatti essere plasmato dalla speranza e dell’entusiasmo, piuttosto che dal calcolo o dalla speculazione tipica dell’economia di oggi.
L’obiettivo di Francesco è quello di “restituire un’anima all’economia”. “Rianimare significa letteralmente ‘ridare un’anima’, perché ridare l’anima all’economia è uno dei grandi temi del magistero di Francesco”, ha spiegato Luigino Bruni. Bruni è ordinario di Economia Politica all’Università Lumsa di Roma e responsabile scientifico di “Economy of Francesco”.
“Significa anche “rianimare” qualcuno che sta male e – sempre nel pensiero del Papa – l’economia oggi è una malata da guarire”, ha continuato Bruni. “Quindi “ri-animare” l’economia è un gioco di parole azzeccato che significa entrambe le cose: ridare un’anima e curare un’economia malata”.
“La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di cercare di ripercorrere ambiti dove la Chiesa, con la sua saggezza millenaria, poteva darci qualche indicazione a partire dal magistero di Papa Francesco ma anche dal recupero, per esempio, di tutta la tradizione francescana”, ha raccontato Domenico Rossignoli, ricercatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano presso Facoltà di Scienze Politiche.
“Insieme con un giovane frate, frate Andrea, abbiamo elaborato una riflessione a partire dai testi francescani per cercare di cogliere gli elementi essenziali di questo pensiero rispetto al lavoro. E abbiamo intitolato questo studio la grazia del lavoro“. Non a caso, “in San Francesco e in pensatori successivi si coglie proprio come lavorare sia un dono, una grazia”.
L’appello di Francesco è quindi “a un investimento in spiritualità di cui l’economia ha un bisogno infinito”. Il primo maggio 2019 il Pontefice si era soffermato in una lettera sul senso profondo di questo evento. La richiesta del Papa, a economisti, imprenditori, ricercatori, attivisti under 35, è quella di guardare a un’economia diversa.
La risposta è arrivata come un fiume in piena. Da ogni parte del mondo. Guyana, Sud Africa, Uganda, Argentina. Si parla di oltre tremila candidature arrivate da 120 Paesi: studenti, dottorandi, ricercatori, imprenditori di start-up. Tutte figure in grado di cambiare anche in maniera profonda la società, e puntare quindi al bene comune.
Le loro proposte spaziano in moltissimi temi, dal lavoro alle nuove tecnologie, intelligenza artificiale, consumo responsabile alla tutela dell’ambiente. L’evento è stato organizzato con il contributo del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, della diocesi di Assisi, dell’Istituto Serafico, del comune di Assisi e con il supporto di Economia di Comunione.
La scelta di Assisi riporta direttamente a San Francesco, e ai luoghi in cui il Poverello di Assisi si spogliò della sua ricchezza. In ricordo cioè di tutti “gli spogliati della storia, invocando per loro un’etica della solidarietà capace di vicinanza, di premura, di condivisione”, ha spiegato Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. Una chiamata a spogliarsi di tutto ciò che è superfluo e materiale per fare spazio alla presenza di Dio nella vita e nei cuori di ciascuno, si potrebbe aggiungere.
Durante gli eventi, molti economisti di fama internazionale hanno dialogato con i giovani. Tra questi, Jeffrey Sacks, che ha lavorato in più occasioni con il Papa, persino alla stesura di Laudato Sì, o il premio Nobel Muhammad Yunus, noto come “il banchiere dei poveri”, per avere fondato in Bangladesh la Grameen Bank, che eroga microcrediti alle persone indigenti per l’avvio di attività imprenditoriali.
Tra gli altri nomi, l’attivista ambientalista Vandana Shiva, la teorizzatrice della cosidetta “economia della ciambella” Kate Raworth, l’economista canadese Jennifer Nedelsky famosa per il motto “Lavoro part-time per tutti, attività di cura per tutti”, gli italiani suor Alessandra Smerilli o padre Paolo Benanti, o infine il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali Stefano Zamagni.
Gli eventi, 27 webinar organizzati in ordine a 12 ambiti tematici, saranno tutti in versione online e nell’arco di tre giorni. E per venire all’attualità, c’è anche il dramma della pandemia, che ha fatto emergere i limiti dell’attuale modello economico, che sempre più rischia di mettere da parte i più deboli e fragili.
“Il mondo ha bisogno della creatività e dell’amore dei partecipanti che come artigiani di futuro stanno tessendo l’Economia di Francesco, fra il già e il non ancora”, scrivono gli organizzatori. Il Papa, in una lettera dedicata all’evento, aveva poi invitato i giovani a seguire una strada ben precisa.
Quella di “una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”. Un modello cioè “frutto di una cultura della comunione, basato sulla fraternità e sull’equità”.
“Carissimi giovani, io so che voi siete capaci di ascoltare col cuore le grida sempre più angoscianti della terra e dei suoi poveri in cerca di aiuto e di responsabilità, cioè di qualcuno che ‘risponda’ e non si volga dall’altra parte. Se ascoltate il vostro cuore, vi sentirete portatori di una cultura coraggiosa e non avrete paura di rischiare e di impegnarvi nella costruzione di una nuova società”, aveva scritto il Papa.
Giovanni Bernardi
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