La decisione avrà forte impatto sulla vita dei cittadini che hanno avuto le maggiori limitazioni. Ma i rischi restano dietro l’angolo.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato la nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da lunedì 1 febbraio, e in cui si rendono pubblici i nuovi “colori” delle Regioni italiane. A partire da quella data non ci saranno più zone rosse in Italia, ma solo cinque Regioni in zona arancione. Si è stabilito che saranno in area arancione le Regioni Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano. Mentre invece tutte le altre Regioni e Province autonome entreranno in area gialla.
Inizialmente sembrava che le misure dovesse entrare in atto già da domenica, poi però il ministro ha confermato che la partenza avverrà da lunedì. In quella stessa data rientreranno anche a scuola oltre un milione e 200 mila studenti, seppure al 50 per cento della presenza, nelle otto Regioni che ancora non avevano effettuato il ritorno.
Ma restano ancora valide le norme stabilite nel dpcm attualmente in vigore, che cioè per passare a una fascia più soft è necessario essere stati per 14 giorni “in un livello di rischio inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive”.
Nel mentre, i tecnici del Cts hanno messo tutti in guardia dal non allentare la presa. “Un nuovo rapido aumento del numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”, hanno spiegato.
Nel caso in cui la situazione epidemiologica peggiori, quindi, le Regioni potranno essere declassate in una zona con misure più restrittive, anche prima che trascorrano le due settimane, come stabilito nella nuova ordinanza. “Dobbiamo procedere con la massima cautela, perché si è dimostrato che nei momenti più drammatici dell’emergenza Covid funzionano le zone rosse e arancioni, mentre quando scatta il giallo l’indice Rt tende a non scendere più”, ha affermato il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia.
Il parametro che conta più degli altri è il dato Rt, vale a dire l’indice di contagiosità. Si entra in zona rossa con Rt pari o sopra 1,25 nel suo valore minimo. In zona arancione con Rt pari o sopra 1. In zona gialla con Rt inferiore a 1 e in zona bianca se inferiore a 0,25.
Oltre a questo, però, ci sono anche ventuno indicatori utilizzati per il controllo del rischio, che permettono di valutare i dati delle Regioni, così da valutare la cosiddetta matrice del rischio. In questo modo si tiene monitorato l’andamento della situazione sanitaria.
In zona gialla ci si potrà spostare liberamente all’interno della regione, ma non tra un regione e l’altra, mentre rimane della 22 alle 5 la limitazione agli spostamenti. Chi vive in un comune fino a cinquemila abitanti ha comunque il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di provincia.
Si può ancora spostarsi verso una sola abitazione privata abitata una volta al giorno, sempre tra le 5 e le 22, e per un numero di persone pari a un massimo di due rispetto ai già conviventi, ed esclusi i minori e i disabili.
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Per quanto riguarda invece bar, pasticcerie e ristoranti, restano aperti fino alle 18, e dopo le 18 e fino alle 22 solo asporto, con il divieto di consumare nelle vicinanze dell’esercizio.
I negozi sono sempre aperti e i centri commerciali saranno chiusi il sabato, la domenica e nei festivi, eccetto farmacie, tabaccherie, edicole e alimentari che si trovano all’interno. Riaprono tuttavia musei e mostre, dal lunedì al venerdì (esclusi i giorni festivi) e con ingressi contingentati. Restano al contrario ancora sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali.
Giovanni Bernardi
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