Davanti al rialzo dei contagi e al rischio sempre più imminente di nuovi lockdown, si pensa che i vaccini siano l’unica salvezza. Dimenticandosi della fede in Gesù.
Non sono molti, purtroppo, i cattolici, o persino i religiosi, che si ricordano di sottolinearlo. Mentre in realtà bisognerebbe tenere ben presente che, per chi ha fede, Gesù è la nostra unica salvezza, e nessun vaccino o progresso della scienza potrà mai salvarci dai tanti mali che affliggono l’animo umano fin dal profondo.
I vaccini potranno infatti difenderci, forse e con molti distinguo, dal contagio. Tuttavia non potranno mai salvarci dal male depositato nel cuore dell’essere umano, sempre pronto dal mettere i propri interessi e il proprio egoismo al primo posto. Né tantomeno potranno mai salvarci dall’operato del maligno che attacca costantemente l’umanità.
“La giornata del 27 dicembre ha dato a tutti una prospettiva che dà respiro e che consente di guardare al futuro con fiducia e serenità”, ha affermato a proposito monsignor Antonio Suetta, Vescovo della Diocesi Ventimiglia-Sanremo, riferendosi alla somministrazione delle prime dosi di vaccino che ha avuto luogo nelle scorse settimane.
Le parole del vescovo sono giunte al margine della cerimonia per i 150 anni dalla fondazione dell’asilo ‘Corradi’ di Sanremo. Monsignor Suetta ha commentato la notizia della prima somministrazione del vaccino “un grande risultato da attribuire alla ricerca scientifica”.
Tuttavia, ha concluso il vescovo, “occorrono molte cose per il superamento della crisi”. Una sottolineatura non da poco, che apre la prospettiva umana all’intervento del Signore nella storia, dove bisogna sempre ricordarsi che Dio opera e non lascia mai sola l’umanità di fronte al male e all’abisso.
“Dal punto di vista strettamente sanitario il vaccino è decisivo”, ha così spiegato Monsignor Suetta. “Ma occorre anche coesione sociale, fantasia, impegno comune e anche fede nel Signore che sostiene la nostra vita e conduce la nostra storia”, ha però aggiunto, sottolineandolo con forza.
Per fare questo, però, c’è bisogno di intensificare ogni giorno la preghiera, che è linfa vitale della vita spirituale di ciascuno. Oltre al fatto che la preghiera ci dona la possibilità di unire i propri intenti con quelli del Signore. Così facendo, anche di fronte alla tempesta più nera, il Signore potrà condurre la nostra barca verso un porto sicuro.
Giovanni Bernardi
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