Nella campagna di vaccino contro il Covid, partita in tutta Europa, vi sono alcune categorie escluse dalla profilassi, alle quali nessuno ha prestato attenzione.
I disabili e le persone fragili non ricoverate: sono loro le due categorie che, attualmente, non rientrano nel piano vaccinale. Cerchiamo di capire cosa è successo.
L’Europa, e i singoli Paesi che hanno fatto partire la campagna vaccinale contro il Covid, hanno stilato un cronoprogramma atto a classificare tutte le categorie che, da inizio anno fino a ottobre 2021, saranno vaccinate. Ma c’è un grosso errore di fondo. Alcune categorie di persone sono state completamente escluse o, comunque, dimenticate.
Se da un lato ci sono il personale sanitario, i residenti e il personale delle Rsa, le persone in età avanzata, dall’altro non c’è nessun riferimento ai disabili. Idem per quelli che si prendono cura di loro, come badanti o familiari (i cosiddetti “cargivers”).
La contraddizione parte, purtroppo, dallo stesso Governo che, lo scorso 2 dicembre, aveva approvato un documento nel quale “si impegnava ad assicurare in via prioritaria la protezione vaccinale alle persone che versano in condizioni di fragilità”. E i disabili non sono persone in condizione di fragilità?
Ancora una volta, sono le Regioni a muoversi in autonomia. Il Lazio, attraverso una propria delibera regionale, ha inserito nella fase 2 “le persone con comorbidità severa, immunodeficienza e/o fragilità di ogni età”, cioè i disabili e anche le persone che frequentano le Rsa in modalità semiresidenziale. Di conseguenza, anche le altre Regioni si stanno regolando di conseguenza su come agire.
Le associazioni del mondo della disabilità sono sul piede di guerra. Il presidente dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, ha chiesto già dallo scorso anno, di “includere le persone con disabilità […] fornendo loro un accesso prioritario”. E a lui si sono affiancati tutti i responsabili delle associazioni anche a livello nazionale.
“Eravamo convinti che si trattasse solo di una svista, magari data dalla solita superficialità e poca conoscenza della disabilità che, non di rado e nostro malgrado, siamo costretti a registrare anche da parte di chi, invece, quelle conoscenze dovrebbe avere.
Ma nonostante i nostri ripetuti e pressanti appelli, a distanza di settimane, assistiamo ad un “assordante silenzio” da parte del ministro Speranza e del commissario Arcuri” – tuona, con forza, il presidente dell’Anffas, Roberto Speziale.
Purtroppo, ancora una volta non si riesce a dare priorità a coloro che sono davvero in pericolo davanti a un nemico invisibile, quale il Covid. I disabili e tutti gli ammalati dovrebbero avere la precedenza per il vaccino…ma invece, come sempre i loro appelli restano tristemente inascoltati.
ROSALIA GIGLIANO
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