L’amore di Dio per l’uomo infiamma il cuore e apre gli occhi. E’ l’architrave della nona meditazione tenuta nel pomeriggio da padre Ermes Ronchi a Papa Francesco e alla Curia Romana, nel quinto giorno degli esercizi spirituali ad Ariccia. “Il contrario dell’amore non è l’odio – ha rimarcato – ma l’indifferenza”, dobbiamo “tornare a innamorarci”. Massimiliano Menichetti:
Tra Pasqua e Pentecoste Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul lago di Tiberiade in una notte “senza stelle”, “amara”, fino “all’alba” con Gesù. Parte da questa scena, con la domanda di amore declinata tre volte dal Signore per avvicinarsi sempre più a Simone, la meditazione di questo pomeriggio. Un quesito centrale per ogni uomo e che “avvia percorsi, inizia processi”. Padre Ermes ribadisce più volte il dinamismo dell’amore di Dio per l’uomo, che tutto trasforma e porta alla santità:
La sanità nella passione per Cristo
“La sanità non consiste nell’assenza di peccati, in un campo senza più erbacce, ma sta in una passione rinnovata, sta nel rinnovare adesso la mia passione per Cristo e per il Vangelo. Adesso”.
Padre Ermes spiega che l’amore di Dio riaccende “i cuori”, “la passione”. “La santità – aggiunge – non è una passione spenta, ma una passione convertita”. “Quando l’amore c’è – dice – non ti puoi sbagliare, è evidente, solare, indiscutibile”.
La fede ha tre passi
E’ Dio che “ama l’uomo” – sottolinea – che “colma le povertà”, non cerca in lui “la perfezione”, ma “l’autenticità”. “Non siamo al mondo per essere immacolati, ma per essere incamminati”. E ribaltando ogni schema parla di “Gesù, mendicante di amore, mendicante senza pretese” che “conosce” la “povertà” di ognuno e che chiede “la verità di un po’ di amicizia”. “La fede – prosegue – ha tre passi”: ho “bisogno, mi fido, mi affido”:
Il rianimatore di legami
“Credere è aver bisogno d’amore, fidarsi e fondarsi su questo, come forma di Dio, come forma dell’uomo, come forma del mondo, del futuro, del vivere. Fidarsi è fondare la vita su questa ipotesi: che più amore è bene, meno amore è male. “E’ abbandonare la regola ogni volta che la regola si oppone all’amore”, diceva sorella Maria dell’eremo di Campello. Mentre il mondo proclama la sua fede, la sua evidenza: più denaro è bene, meno denaro è male. Ma ogni credente è un credente nell’amore: cioè un rianimatore di legami, un risvegliatore di legami, uno che aiuta gli uomini a ritrovare fiducia nell’amore. Noi abbiamo creduto l’Amore”.
Credere è avere una storia con Dio
Padre Ronchi dice che “credere è avere una storia con Dio”, “camminare nell’amore con una persona” e la salvezza è nella certezza che è Lui ad “amare”. “La crisi di fede oggi nel mondo occidentale” – spiega – “incomincia” proprio “con la crisi dell’atto umano di credere”. “Perché non si crede all’amore”. Centrale è che “amore è dare”:
Il contrario dell’amore non è l’odio
“Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza che è linfa vitale che alimenta ogni male, la linfa segreta del peccato. L’indifferenza per cui l’altro per te non esiste, non conta, non vale, non è niente”.
“Oggi dobbiamo tornare a innamorarci”. Amare Dio “con tutto noi stessi, corpo e anima”. “Smetti di amare Dio da sottomesso – conclude – smetti di amarlo da schiavo”. “Si deve tornare ad amare Dio da innamorati. Allora sì che la vita, e la fede”, si riempiranno di sorrisi.
fonte: radiovaticana
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