Davanti alla crisi politica che bisogno al più presto di una vera risposta. In tutto ciò, la Chiesa sa bene da che parte stare, e non può titubare.
La Chiesa non è infatti di questa o di quell’altra parte: una ovvietà che è sempre bene ribadire con forza, come ha fatto il cardinale Gualtiero Bassetti in apertura del Consiglio episcopale permanente.
La Chiesa è universale perché è di Cristo, fondata sul Suo amore che ci ha salvati fin dal principio. Così ogni volta che i cattolici prendono una posizione, nelle varie situazioni sociali, morali, politiche, non sono tenuti a farlo per soddisfare gli interessi di nessuna parte, ma per testimoniare l’opera del Signore e per dare atto su questa terra al suo piano di Salvezza.
“Quello che ci sta a cuore è il bene di ogni persona e di ognuno insieme agli altri, quello di cui c’importa è la vita delle persone, quello che sosteniamo è il nostro Paese”, sono le parole che ha pronunciato il cardinale Bassetti
Di fronte ai cambiamenti politici che stiamo osservando in queste ore, ma anche alle difficoltà a cui tutti all’improvviso siamo stati chiamati in questi lunghi mesi, la Chiesa, vale a dire tanto i vescovi quanto i laici, sono chiamati a guardare l’evolversi dei fatti con attenzione, e a dare una propria risposta che sia sempre in linea con la Parola di Cristo e del Vangelo.
“Guardiamo con attenzione e preoccupazione alla verifica politica in corso, in uno scenario già reso precario dalla situazione che stiamo vivendo”, è stata l’affermazione del cardinale, rivolgendosi a chi cerca in ogni modo di tirare i cattolici per la giacchetta, facendoli sbilanciare per l’una o l’altra parte.
“Auspichiamo che la classe politica collabori al servizio dei cittadini, uomini e donne, che ogni giorno, in tutta Italia, lavorano in operoso silenzio e che si giunga a una soluzione che tenga conto delle tante criticità“, sono quindi le parole del cardinale, dettate dall’evidenza che i prossimi mesi “saranno cruciali per la ricostruzione del sistema-Paese”.
La risposta è cioè fatta di “comunione e corresponsabilità”. Tutto questo “per sanare le varie fratture che la pandemia sta trasformando da isolate in associate, coinvolgendo tutti i legamenti che tengono uniti i nostri territori”. La parola che i cattolici sono chiamati a tenere bene in mente è perciò “riconciliazione”.
Che si esprime in varie forme. In una riconciliazione cioè “fraterna”, che richiede “collaborazione e solidarietà”, ma anche in una riconciliazione politica, per ricucire “il tessuto sociale lacerato dalle fatiche economiche e sociali”. Oppure, infine, in una riconciliazione con la scienza, per “un’acquisizione responsabile delle conquiste come reale contributo al benessere di tutti”.
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Bassetti ha infatti spiegato che la dura frattura sanitaria che stiamo vivendo è anche e soprattutto “una frattura sociale, che provoca solitudine, isolamento sociale, aumento delle malattie legate al disagio mentale, impennata di suicidi“. Di cui l’espressione più inaccettabile è la “frattura delle nuove povertà rispetto alle quali i dati sono deflagranti”.
“I giovani, gli anziani, le persone con disabilità, le persone vulnerabili sono le prime vittime di queste infermità dell’anima”, ha continuato Bassetti. Che ha spiegato, in conclusione, che di fronte a tutto questo l’unico vaccino possibile è “un vaccino per il cuore, fatto di rispetto, gratitudine, altruismo, empatia”, come riporta l’agenzia dei vescovi Sir.
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Per questo c’è bisogno sempre più di mettersi in cammino, guardando ben oltre le emergenze del momento, come purtroppo spesso si tende invece a fare. “La Chiesa non è di questa o di quell’altra parte”, ha ribadito il cardinale entrando nel merito delle questioni politiche più scottanti.
“Alla solidarietà generosa di molti, bisogna affiancare la volontà politica di andare oltre la logica delle misure d’urgenza e di sollievo temporaneo per elaborare una strategia che sia davvero di sistema, anche al fine di impiegare al meglio le risorse in arrivo”, è quindi la conclusione.
Giovanni Bernardi
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