Ad Abuja, Nigeria, i cristiani devono sopravvivere agli assalti continui dei Boko Haram: le storie di persecuzione raccontate sono agghiaccianti.
Uno dei sopravvissuti ha raccontato di come il padre abbia ostinatamente rifiutato di rinnegare Cristo, nonostante le torture subite dai terroristi.
Il terrorismo religioso in Nigeria
In questi anni si è parlato spesso del terrorismo portato avanti dai gruppi estremisti di fede musulmana. Vivendo in occidente gli esempi più eclatanti sono stati Al Qaida ad inizio 2000 e l’Isis negli anni ’10 di questo secolo agli albori. Quest’ultimo gruppo in particolare ha seminato il panico in diverse parti d’Europa con continui attentati in alcune delle più grandi città del nostro continente. Ma ha compiuto attacchi terroristici anche negli Usa e soprattutto ha rovesciato governi in Medio Oriente. Da poco gli alleati hanno cacciato gli estremisti dalla Siria, ma tuttora pare che ci siano delle sacche di resistenza.
Eppure il terrorismo di matrice islamica non si esaurisce con l’Isis. In Africa, ad esempio, il gruppo terroristico più pericoloso e attivo è Boko Haram. L’ultimo attentato del gruppo terroristico di cui è giunta notizia è stato un incursione in un villaggio di pescatori del Ciad, a causa del quale sono morte decine di persone. Inizialmente legati ad Al Qaida, questi estremisti accettano solo la loro versione del Corano e uccidono tutti coloro ne hanno una diversa e quelli che professano altre religioni. Il gruppo è particolarmente attivo in Nigeria, dove le incursioni nei villaggi sono quasi all’ordine del giorno.
Cristiani perseguitati in Nigeria: “Ha rifiutato di rinnegare Cristo e lo hanno ucciso”
Particolarmente intense sono le testimonianze che un inviato della ‘CBN News’ ha raccolto lo scorso agosto ad Abuja, Nigeria. Il giornalista ci spiega che in quella zona del Paese la comunità cristiana è una delle più grandi e vive di coltivazione, allevamento e pesca. Da quando Boko Haram è diventata una presenza costante, le loro vite sono in costante pericolo e spesso si trovano costretti a scappare in cerca di rifugio.
La testimonianza che più di tutte rende idea della violenza di questo gruppo è quella di un giovane uomo, Enoch Yehoanna. Questo racconta di quando nel 2014, alcuni terroristi hanno invaso il suo villaggio seminando panico e distruzione: “Uccidono pastori, bruciano chiese e uccidono chiunque sia nelle vicinanze. Nel settembre del 2014 hanno invaso il mio villaggio. Erano all’incirca dieci ed hanno ucciso mio padre. Gli hanno chiesto di rifiutare Cristo e quando si è rifiutato gli hanno tagliato una mano. Ha rifiutato ancora e gli hanno tagliato il braccio fino al gomito. Ha rifiutato ancora e gli hanno sparato quattro volte, alla testa, alla fronte, al collo e al busto”.
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI
Luca Scapatello