Un imprenditore pachistano ha speso una grossa parte delle sue finanze per far costruire la croce più grande del Pakistan. Per questo Natale, l’enorme monumento religioso verrà illuminato.
Come nella maggior parte dei paesi a maggioranza musulmana, anche in Pakistan la comunità cristiana soffre per il generale clima di intolleranza dei cittadini di altra fede religiosa. I cristiani, però, lottano contro ogni avversità, sicuri che prima o poi Dio permetterà loro di vivere in pace la propria fede, speranzosi che il non farsi sottomettere al volere comune consisterà nella beatitudine eterna.
In questi ultimi 4 anni, un imprenditore di Karachi, Parvez Henry, ha deciso di mettere a frutto parte dei propri introiti per dare ai membri delle comunità cristiane della città un simbolo di speranza sempre ben visibile e difficilmente dimenticabile: l’uomo ha fatto costruire infatti una croce monumentale di 42,6 metri posta dinnanzi al Gora Qabristan (cimitero dell’uomo bianco) che spicca su tutta la città. La costruzione è stata avversata da proteste, da operai di fede musulmana che hanno preferito licenziarsi perché non concordi con il progetto, ma alla fine di questo agosto la costruzione è stata ultimata e la croce di Karachi è diventata la più grande del paese. Precedentemente alla costruzione di questa era quella di Shanti Nagar la croce più grande del Paese che misurava appena (si fa per dire) 18 metri.
La croce più grande del Pakistan si illumina per Natale
Parvez Henry ha deciso che in questo periodo che precede l’avvento, per tutto il mese di dicembre, la croce venga illuminata con i colori, rosso, viola, blu, viola e rosa, cambiando colore ogni due giorni fino alla fine dell’anno. Intervistato da ‘Asia News’, l’uomo ha spiegato che l’iniziativa è stata ideata per dare sostegno alla povera comunità cristiana del Pakistan e ringrazia Dio per avergli dato il coraggio di portare a termine il progetto: “Dio mi ha dato il coraggio di realizzare l’opera. Essa ricorderà alla popolazione la nostra esistenza e il nostro contributo nel costruire la nazione”.
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Luca Scapatello