Il senatore della Lega William De Vecchis è stato insultato e minacciato sul web dopo aver riportato le croci in aula nella scuola di Fiumicino.
Sicuramente ricorderete la denuncia fatta su Facebook dal senatore della Lega William De Vecchis: il politico si era lamentato della mancanza delle croci in aula in una scuola di Fiumicino ed aveva supposto che i crocifissi fossero stati tolti in occasione della riunione tra docenti e familiari per non offendere chi non era cristiano. Il post di denuncia, corredato da una critica al favoritismo delle minoranze a discapito della maggioranza ha generato una bufera mediatica tale da costringere il sindaco di Fiumicino a chiedere spiegazioni alla preside dell’istituto.
La preside ha smentito le accuse del senatore spiegando che l’assenza delle croci in alcune aule era dovuta ad una mancanza di dotazione. De Vecchis, dunque, ha deciso di provvedere personalmente a rifornire la scuola dei crocifissi mancanti. Un gesto magnanimo ed un modo per chiedere scusa per il fraintendimento, ma che in molti sul web non hanno apprezzato.
Riporta le croci in aula, De Vecchis viene insultato e minacciato
Immediatamente dopo aver riportato i crocifissi nelle aule della scuola, il senatore si è dovuto confrontare con una serie di insulti da parte di estranei che non hanno gradito tanto interessamento per la questione. Tra i critici c’è stato anche chi ha scritto che avrebbe visto bene il senatore leghista sulla croce: “ce lo vedrei bene sdraiato” o “qualche chiodo in più per De Vecchis” alcuni dei commenti più pesanti. Auspicio di martirio che De Vecchis non ha voluto tollerare e che ha denunciato a ‘Il Giornale‘ dichiarando: “Che il mio gesto avrebbe diviso gli utenti me lo aspettavo ed ero pronto alle critiche e al confronto anche acceso, ma mai mi sarei immaginato che qualcuno arrivasse ad augurarmi il martirio”. Ciò nonostante il senatore non adirà alle misure legali poiché ritiene si tratti di: “pagliacciate di pessimo gusto che sono l’ennesima dimostrazione di quanto sia basso il livello di certi interlocutori”.
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Luca Scapatello