Il Vescovo di Jesi, Monsignor Rocconi, ha spiegato in un’intervista come i musulmani non siano infastiditi dal crocifisso in luoghi pubblici.
A suo avviso non si tratta di una questione di laicità, visto che il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma anche culturale e storico.
La recente presa di posizione del Ministro Fioramonti sui crocifissi in aula ha riportato in auge la discussione a riguardo. Lo stesso era accaduto lo scorso anno quando la Lega aveva deciso di rimettere i simboli cristiani all’interno delle aule scolastiche e degli ospedali. In questo caso, però, il Ministro del PD è di avviso contrario e ritiene che in un luogo laico il crocifisso non abbia ragione di esistere.
Ci si chiede se si tratti di un modo per non offendere musulmani e persone appartenenti ad altro culto, ma la questione abbiamo spiegato in più occasioni non si pone. A confermarlo è il Vescovo di Jesi, Monsignor Rocconi, il quale intervistato da ‘La Fede Quotidiana’ afferma: “Senta, io le riporto quello che sento dire a me da molti musulmani anche di notevole livello culturale. Mi dicono: se il crocifisso da noia a voi è un discorso, ma per quello che ci riguarda, non è un problema. La sensazione, allora, è che il crocifisso infastidisce più certi cristiani che i musulmani”.
D’altronde lo stesso ministro dell’Istruzione non ha mai fatto riferimento al rispetto delle altre religioni, ma solo a quello della laicità dello Stato e dei luoghi pubblici. Dunque ‘La Fede Quotidiana’ ha chiesto al Monsignore cosa ne pensasse di questo contrasto tra laicità e crocifisso. A suo parere, anche in questo caso la questione non sussiste: “Un errore. Non è solo un simbolo religioso, come è evidente. Ma è anche il segno di una intera civiltà. E neppure penso sia corretto buttarla in politica dicendo che questa disputa favorisce Tizio o Caio. Accogliendo l’ idea del ministro si danneggia prima di tutto la ragione”.
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Luca Scapatello
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